AREZZO – collaborazione massima ma nessun passo indietro su risorse e investimenti “La sanità dei figli e figliastri va buttata via dalla finestra: cogliamo segnali in questo senso” Non abbiamo mai fatto mistero della nostra contrarietà alla scelta di Regione Toscana di mettere insieme Arezzo, Siena e Grosseto e per moltissimi anni, da questa unione strana e forzata, Arezzo ci ha rimesso alla grande.
Questo è un dato oggettivo che nessuno nega più. Dopo ormai quasi otto anni di continue sottolineature, di qualche battaglia ma anche di leale e pragmatico confronto con la Asl, Arezzo sta iniziando a trovare lo spazio che merita. Ma non solo: si sta facendo strada l’idea della necessità di cambiare il paradigma per dare pari dignità alla sanità aretina e questo sia in termini di programmazione, di valorizzazione delle eccellenze, che di investimenti e risorse. Con questo spirito costruttivo, seppur guardingo, leggiamo il documento di area vasta e il piano di collaborazione tra il nostro San Donato e il policlinico Le Scotte. Oggi il tema della pari dignità nelle risorse, negli investimenti, nella programmazione è tema condiviso così come è condivisa l’idea che non è più possibile un sistema sanitario incentrato solo su un territorio – quello senese- che poi si cala su Arezzo. Questo non è più possibile anche se per molto tempo è stato così. Oggi arrivano segnali nuovi: i territori di Arezzo, Siena e Grosseto hanno pari diritti e devono pesare in base al numero di cittadini che hanno mettendo a sistema le reciproche eccellenze e trovando risposte armoniche e unitarie. La aslona, per sua natura originaria, creava figli e figliastri. Credo che questa nuova consapevolezza sia merito di molti, compresi tutti i sindaci del territorio aretino che, insieme al Sindaco di Arezzo, non si sono mai fermati nel far valere le loro ragioni e nel sostenere che era necessario cambiare il paradigma di riferimento seppur dentro un perimetro, la aslona, che non aiuta affatto. Non so se siamo alla svolta definitiva, ma sono piuttosto certa che siamo dinnanzi ad un cambio di passo importante che non era scontato e che, in tutta onestà, vedo all’orizzonte e per il quale dobbiamo lavorare”.