CITTA’ DI CASTELLO – Lo studio sulle faune profonde della Corsica nella prestigiosa rassegna Dipartimento di Malacologia del Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi, riferimento assoluto a livello internazionale. Professor Gianluigi Bini: “un onore essere li.” Sindaco Secondi e assessori Botteghi e Guerri: “orgogliosi di Malakos eccellenza a livello mondiale”
Il polo scientifico-museale Malakos sul tetto del mondo. Come tutti gli anni il Dipartimento di Malacologia del Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi, riferimento assoluto a livello internazionale, alla fine di ogni stagione di ricerche, pubblica gli auguri per l’anno venturo, nel quale informa tutti i principali musei del mondo sulle principali ricerche scientifiche svolte dal più importante centro mondiale di Malacologia. Per gli auguri del 2023, il Professor, Philippe Bouchet, eminenza mondiale della materia e direttore del Dipartimento di Malacologia di Parigi, elenca ed illustra le principali attività da loro svolte nel corso del 2022. Parigi ricorda la missione in Nuova Caledonia alla ricerca di nuove specie terresti svoltasi fra Marzo ed Aprile, le incredibili scoperte fatte nel misterioso Banco di Saya de Malha (un vastissimo bassofondo di 44.000 Kmq situato al centro dell’Oceano indiano, vasto quanto il Madagascar), il convegno mondiale degli specialisti che da anni cercano di dipanare la complessa classificazione dei Mitromorfi (uno dei gruppi di molluschi marini più complessi), la rassegna sulle 298 nuove specie scoperte del Museo di Parigi per il solo 2022, le innumerevoli pubblicazioni, ma un particolare risalto la ha dato al lavoro svolto in collaborazione con il Museo Malacologico Malakos di Città di Castello dove, assieme agli specialisti del gruppo di Livorno e dell’Università La Sapienza di Roma, si è dato il via ad una vera e propria rivoluzione scientifica che ha come oggetto di studio le faune profonde della Corsica. Lo studio sperimentale tende a comparare la morfologia della conchiglia con il DNA proprio del mollusco che l’ha “costruita”. Le analisi genetiche sono state svolte dallo staff di Parigi, mentre l’esame morfologico è stato effettuato proprio qui a Città di Castello nei laboratori di Villa Capelletti a Garavelle che ospita il Museo Malakos. Il Gruppo di lavoro che ha operato per dieci giorni a Garavelle con ritmi di lavori forsennati (14 ore al giorno), ha esaminato oltre 150.000 esemplari, apparentemente appartenenti a solo 1500 specie circa. Confrontando però l’esame del DNA di ogni singolo esemplare esaminato, i ricercatori si sono accorti che, in realtà, il numero di specie presenti cresceva di oltre il doppio. “Un esempio straordinario – precisa il Professor Gianluigi Bini, fondatore del museo e del successivo polo scientifico assieme alle dottoresse, Debora Nucci e Beatrice Santucci – ci è dato da una piccola specie come la Calyptraeachinensis, così chiamata perché la sua forma ricorda un tipico cappello cinese, caratterizzata da una certa variabilità dell’ornamentazione del suo guscio. Il risultato è stato più che straordinario: quella che si considerava una sola specie polimorfa, è risultata essere un complesso di ben dieci specie diverse, lasciando tutti allibiti. Il lavoro è solo agli inizi e le sorprese saranno ancora molte, come la revisione mondiale delle Xenophora, ricerca che si svolgerà con le stesse modalità nel corso del 2023-24 e che riesaminerà tutte le specie attuali attualmente conosciute”, ha concluso il professor Bini nel ribadire “di essere onorati che il museo è diventato anche riferimento al mondo per la malacologia e che il Museo di Storia Naturale di Parigi ci abbia scelto per questa incredibile esperienza”. Appresa la notizia di questo ulteriore riconoscimento alla struttura scientifico-museale, il sindaco Luca Secondi e gli assessori Michela Botteghi e Letizia Guerri si sono congratulati con il professor Bini e le dottoresse Nucci e Santucci per essere riusciti a catalizzare l’interesse dei massimi esperti a livello mondiale nello studio della malacologia facendo di Città di Castello un riferimento anche per altre ricerche e progetti.” LA SCHEDA – MUSEO MALAKOSE’ la collezione privata di conchiglie più grande d’Europa, con circa 600mila esemplari catalogati. Il museo presso Villa Cappelletti è il frutto del lavoro decennale del biologo Gianluigi Bini, fiorentino di nascita ma tifernate d’adozione, che ha raccolto e studiato circa 15mila specie diverse, provenienti da ogni angolo del mondo, dal Polo Nord al Mare Adriatico. Il Museo. Malakos, a piano terra di Villa Capelletti, nel complesso del Centro delle tradizioni popolari “Livio Dalla Ragione” si compone di quaranta teche e quasi 3000 esemplari, disposti come un viaggio esplorativo del mondo attraverso le conchiglie di tutti i mari. La sezione di biologia introduce al mondo dei molluschi con le loro incredibili curiosità; la sala di paleontologia ricostruisce come si è formata la terra con esemplari di invertebrati del lontano passato. Le sale di biogeografia illustrano la fauna e le abitudini di vita di ogni mare. Inoltre le teche propongono ambienti inusuali come i pericolosi mangrovieti e le zone abissali, esemplari curiosi come lumache di terra dalle dimensioni decisamente extralarge e predatori marini dal veleno mortale. Malakos ospita al suo interno anche un’imponente barriera corallina, ricostruita da materiali di un sequestro del corpo forestale dello stato con specie mai viste.