AREZZO – “Bisogna ripartire con un progetto nuovo, ricominciando dall’ascolto dei territori. E da dei portavoce che avranno il compito di presentare le nostre proposte”. È l’appello di Massimo Gervasi, dirigente aretino dell’Apit (Associazione Partite Iva sul Territorio) lanciato nel corso del convegno andato in scena nei giorni scorsi a Terzigno (in provincia di Napoli).
L’incontro, organizzato dall’associazione Partite Iva Campania, ha visto la partecipazione di numerosi imprenditori e di liberi professionisti. E ha rappresentato un momento di confronto volto a trovare nuove soluzioni agli effetti sul tessuto economico della crisi geopolitica che sta duramente colpendo l’economia mondiale. Ecco quindi l’idea di Gervasi: “Lavorare insieme per lanciare un nuovo movimento politico non legato a nessuna delle attuali forze politiche, che partendo dalle partite Iva, riesca ad intercettare i bisogni e le istanze di tutti gli elettori che non si riconoscono più negli attuali partiti. Negli ultimi trent’anni – ha sottolineato Gervasi – non sempre la politica è riuscita a dare risposte concrete alle richieste dell’elettorato, purtroppo. E non mi riferisco solo a quanto chiedevano i liberi professionisti, ma anche alle aziende, alle associazioni, ai lavoratori dipendenti e ai cittadini in generale. Lo testimoniano, oltretutto, i dati sull’astensionismo fatti registrare dalla scorsa tornata elettorale, a riprova di come sempre più italiani stiano perdendo fiducia nelle istituzioni. Senza contare l’aumento della povertà, la diminuzione del numero di imprese e dei posti di lavoro, i tagli operati alla sanità e al Welfare: criticità ormai da decenni sono ormai visibili a tutti e potenzialmente irreversibili”. Tematiche che interessano larghe fasce della popolazione, dal libero professionista all’impiegato passando per lo studente al pensionato. Da qui, la proposta: unire in un unico movimento l’elettorato che, alla luce delle ricadute economiche negative dell’emergenza Covid19 prima e della guerra in Ucraina poi, ritiene sia necessario riformare l’attuale sistema di potere. E di rivederlo con proposte “dal basso”, arrivando nel tempo a chiedere all’Europa la possibilità di concedere maggior spazio ai singoli Stati, per consentire loro sui temi più delicati di riappropriarsi della sovranità nazionale trasferita all’Unione Europea. E di mettere a punto una strategia comune più incisiva capace di dar modo all’Italia (in primis) e all’Europa stessa di arginare in maniera incisiva i risvolti negativi della globalizzazione. “I personalismi ed i partiti personalistici hanno portato a un indebolimento della potenziale nuova forza politica. Lo abbiamo visto alle elezioni dello scorso settembre, dove le forze sovraniste hanno subito crisi post elezioni che hanno portato a conseguenti scissioni – ha chiosato – penso poi che negli ultimi anni nessun partito, né di destra né di sinistra, sia riuscito ad intercettare i bisogni delle categorie economiche e della popolazione in generale, se non marginalmente. Ecco perché restiamo dell’idea che sia necessario unirsi e proporre un’alternativa”.