Farine, fobie e scelte alimentari

Un giorno, e l’altro pure, diversi politici di governo e non, nonché le corporazioni del settore alimentare, lanciano messaggi terroristici contro le farine da insetti che, dopo il via libero da parte dell’Ue, a loro dire, ci starebbero invadendo soppiantando le tradizionali farine. L’unica spiegazione plausibile di questo tam tam la troviamo nel terrore che qualcuno può avere per qualunque innovazione e, anche se non lo dice esplicitamente, preferirebbe divieto a scelta.

Terrore per le innovazioni che ha anche un risvolto economico e politico: abitudini consolidate implicano altrettanto aziende consolidate che preferiscono non investire sulle novità per adeguarsi a mercato e concorrenza; politici dediti solo all’amministrazione dell’esistente e con scarsa visione del futuro, si improvvisano esperti delle tradizioni arrivando anche, per esempio, a dire che il consumo di alcol fa bene (1). In impero mediatico, tutto è contagioso.
Mentre a Milano il debutto dei cheeseburger con farina di grillo alcuni giorni fa ha registrato pienone e file (2), forse le intenzioni dei denigratori di questo nuovo prodotto alimentare stanno cominciando a dare risultati Nei giorni scorsi un noto forno di Sesto fiorentino ha dovuto difendersi da volantini che da giorni lo indicavano come utilizzatore di queste farine…smentite altrettanto mediatiche con pronunce di fede per la tradizione.. il risultato è che i clienti sono aumentati (3). Chissà se è uno scherzo di carnevale, la vendetta di un concorrente o una trovata pubblicitaria. Il fatto è che tutto questo urlare e lanciare messaggi di fede sul “made in Italy” buono a prescindere (4), non giova al consumatore. Informazione non implica denigrazione del diverso, ma confronto per libera scelta. Forse la politica dovrebbe meno occuparsi di certe cose e operare per creare condizioni in cui ognuno possa operare.

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