“Quello che il Sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, ha dovuto subire si riassume così: tre processi in uno e quattro anni di vita costretto a difendersi. Alla fine, oggi, arrivano due assoluzioni piene e una condanna per un reato bagatellare di tre mesi con pena sospesa e non menzione.
L’abuso d’ufficio non c’è e quindi le redini del comune rimangono, come sono sempre state, nelle sue mani le uniche che ne hanno diritto. E’ ovvio che prevale il sentimento di sollievo e soddisfazione ma non posso fare a meno di fare alcune valutazioni. La prima: quattro anni compressi e sudati per dimostrare la correttezza di una condotta che era ed è specchiata. La seconda: una città costretta a vivere una campagna elettorale inquinata e che ha visto gli aretini esprimersi a favore del loro Sindaco nonostante le accuse e le richieste di passi indietro per fortuna mai fatti. La terza: una amministrazione assediata dalla “ghigliottina” della legge Severino che è una legge malefica e distorta partorita in un clima politico giacobino che dovrebbe far vergogna a chiunque. La quarta: una condanna di tre mesi frutto di chiacchiere rubate che certamente cadrà in appello. La quinta: un processo nato e cresciuto all’ombra di qualcuno che carpiva illegittimamente parole e momenti di vita. Alessandro Ghinelli poteva essere, e con lui tutti noi e tutta la città, vittima della peggiore delle umiliazioni: vedersi ingiustamente sospeso dall’onore e dal diritto di essere Sindaco caricando sul vice sindaco la mortificazione di svolgere un ruolo che non gli spetta, a cui non ha diritto e che mina l’integrità stessa del consenso popolare.
Si chiude oggi, e finalmente, per molti di noi che sono stati direttamente o indirettamente investiti da questa vicenda, una parentesi di vita. Ma restano sul tavolo – almeno sul mio – due domande: quanto tempo deve passare prima che la legge Severino sia spazzata via? E poi: chi ci spiegherà perchè qualcuno ha registrato di nascosto con il proprio cellulare frasi e parole in maniera sistematica?”.