La Asl Toscana sud est “fa scuola”

Ogni anno sono in aumento gli specializzandi che scelgono di formarsi nelle varie discipline dell’Azienda Sanitaria Locale. L’esperienza nel reparto di urologia ad Arezzo dove i giovani medici arrivano da tutta Italia Specializzandi medici, risorsa essenziale del sistema sanitario nazionale, coloro che non si sono tirati indietro quando la pandemia li ha chiamati in causa ancor prima di terminare il percorso di studi con il bagaglio di esperienze che stavano acquisendo.

In sud est sono attualmente 49, impiegati in ben 15 discipline diverse, 27 a Grosseto, 17 ad Arezzo e 5 nei due presidi di Nottola e Campostaggia in provincia di Siena. Il numero annuale di specializzandi che scelgono la sud est è in costante crescita siamo passati dai 109 nel 2019 ai 223 nel 2022 con una permanenza media in azienda di 134 giorni. I giovani medici non provengono solo dalle scuole di specializzazione afferenti all’Università degli Studi di Siena, ma anche da altre università che non fanno parte della rete formativa della sud est.
Benedetta, Francesco, Lorenzo sono i medici specializzandi del reparto di urologia dell’Ospedale San Donato di Arezzo, diretto dal dottor Michele De Angelis mentre Nicola, grazie al Dl Calabria, è entrato direttamente in organico una volta conseguita la specializzazione.
Arrivano dalle facoltà universitarie di Firenze, L’Aquila, Tor Vergata ove frequentano il quarto o il quinto anno della scuola di specializzazione, ma sono autonomi in reparto dimostrandosi un valido supporto già al tavolo operatorio. “Molti di loro- commenta il direttore dott.Michele De Angelis – hanno scelto il San Donato di Arezzo per trascorrere il periodo di 18 mesi da effettuare al di fuori della rete formativa. il Regolamento in materia di Scuole di Specializzazione prevede infatti la possibilità per gli specializzandi di svolgere un periodo di formazione non superiore ai diciotto mesi nell’intero corso degli studi in Italia o all’estero, presso qualsiasi struttura anche se non inserita nella rete formativa.”
La rete formativa rappresenta l’insieme delle strutture sanitarie (universitarie, ospedaliere e territoriali) che afferiscono ad una singola Scuola e che sono accreditate. “L’urologia dell’ospedale San Donato è tra le prime in Toscana per volumi di attività robotica- spiega Nicola, medico assunto grazie al recente Dl Calabria – per questo la mia scelta del periodo formativo si è orientata in tal senso”. “La giornata lavorativa inizia con un briefing alle 7.15 del mattino- spiega Benedetta- Ognuno di noi ha dei compiti ben precisi, ma tutti dobbiamo avere il quadro complessivo di quello che per quel giorno è previsto in reparto. Posti letto occupati, stato di salute di ogni paziente ed interventi previsti, successivamente ognuno di noi segue il tutor o in sala operatoria, o in ambulatorio o in reparto per le varie attività della giornata. Non stiamo soltanto in sede, ci rechiamo anche negli ospedali della rete come Bibbiena e Sansepolcro dove sono previsti gli ambulatori due volte a settimana”.Nel parlare con loro emerge che sono stati attirati quasi tutti dallo stesso motivo, il passaparola che nelle varie facoltà aveva descritto il reparto estremamente formativo, ove si pratica l’urologia a 360° e quindi ottimo trampolino di lancio che li porterà ad essere i chirurghi di “domani”.

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