26/27 aprile 2023 ore 21 Massimiliano Frateschi in La sala d’attesa di un qualsiasi ufficio d’immigrazione. Ogni tanto viene usata l’interlocuzione “Zii” a sentire dell’attoreAutoreMassimiliano FrateschiRegiaGraziano Piazza Intro Ma ci sono già stato qui? E noi poi… Ci conosciamo?
Non saprei mi pare di averti già visto però.Sono già stato qui? Vabbè aspetto qui.
“Prima della guerra del Golfo all’epoca del mio papà tutte queste differenze sociali o religiose non esistevano, o meglio esistevano ma la gente non le conosceva e quindi non c’era disprezzo e non c’era odio e non c’era razzismo, c’era solo un connotato, la tua religione è solo un colore come quello dei capelli. Per esempio tu hai i capelli biondi io ho i capelli scuri, e fine. Capito zii?” Ismael è un ragazzo di 30 anni scappato dalla Siria. Dopo essere stato perseguito politicamente senza ragione, cacciato dalla sua città natale, rinchiuso in un carcere, dopo aver attraversato due continenti da nomade e perso le tracce della sua famiglia e del fratello Adnan, con cui ha condiviso la reclusione, Ismael si trova all’ufficio per gli immigrati a Roma. Ismael è un ragazzo iperattivo, molto magro e sorridente nonostante il suo bagaglio emotivo. Ha imparato a parlare italiano da bambino, romano per la precisione (chiaramente sempre mantenendo un forte accento arabo) perché la madre, probabilmente morta mentre Ismael era in viaggio verso la terra promessa, cercava di lasciare ai suoi figli un’ancora di salvezza verso un mondo non troppo lontano e forse più accogliente. Quando Ismael arriva a Roma, di fronte alle due o tre persone del comitato di accoglienza dell’ufficio immigrazioni, risponde alle domande e si lascia scivolare nei ricordi raccontando tutta la sua storia. C’è un’energia in Ismael, diversa da quelle di tutti gli altri esseri umani, perché quello che ha passato, che ci racconta quanto possa essere scontato per il mondo questo abominio della guerra e del razzismo politico, lui l’ha vissuto con una normalità serafica, o almeno così ci vuole far credere. Forse però i suoi sentimenti e il suo cuore hanno davvero bisogno di un abbraccio mancato. Il suo continuo e ridondante intercalare romano alleggerisce il tono dei discorsi che in realtà sono cruenti e violenti e il suo sorriso spiazzante fa passare per leggero ciò che non lo è. Questa storia è stata scritta per un mio caro amico siriano, scappato da Damasco e rifugiato tutt’ora in qualche parte dell’Europa.
Quando ho conosciuto Adnan (che nella storia sostituisco con il nome di Ismael dando al suo vero nome un personaggio secondario e non presente ma principale come quello del fratello) ho trovato una persona estremamente sensibile e acculturata, con degli studi universitari alle spalle e un talento naturale nelle lingue e nelle interazioni sociali. Un ragazzo positivo ma con tanta di quella vita dentro il cuore da lasciarti pensare anche quando i suoi occhi sorridono come se nulla fosse. Gli ho chiesto la sua storia… e sono qui per raccontarvela.
Massimiliano Frateschi BIO Massimiliano Frateschi L’attore e l’autore del testo.
Massimiliano Frateschi, attore e autore in questo testo, nasce a bari nel 1987 e si trasferisce a Roma compiuti i 18 anni. Diplomato all’accademia NUCT, in cinecittà, inizia il suo percorso a teatro lavorando come attore con Valerio Binasco, Daniele Salvo ed Emanuela Giordano. Studia a New York presso Susan Batson Studios e poi torna per lavorare nel cinema in film come “Sulla mia pelle”, “Duisburg – Linea di sangue”, “To Rome with love”, “Le sedie di Dio” ma anche per diverse serie americane con il regista inglese Danny Boyle, per la serie “Trust” prodotta Fox. Al suo esordio come autore di teatro contemporaneo presenta “La Gabbia”, in scena al Teatro Brancaccino, riscuotendo un buon successo con un testo a due introspettivo ma ironico.
Co-Regia: Aleksandros MemetajAss. Regia: Beatrice PicarielloFoto: Bianca Hirata Grafica: Valeria Veneziani Produzione: La Gabbia Teatro Musiche Originali dal Vivo: Mubin Dunen
Teatro Trastevere Il Posto delle Idee a ROMA