PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA – La realizzazione del ponte, ammesso che non sia una vacua promessa come le tante degli anni precedenti (se ne parla ormai da quasi un secolo) merita alcune ragionevoli considerazioni scevre da pregiudizi e da posizioni preconcette tra favorevoli e contrari. La prima considerazione è di ordine tecnico-scientifico e riguarda l’effettiva fattibilità del ponte.
La progettazione di una qualsiasi opera, dalla più semplice a quella più complessa, implica la conoscenza di alcuni dati e parametri necessari al suo dimensionamento. Le criticità della realizzazione del ponte riguardano soprattutto la natura sismica del luogo e la faglia complessa che interessa i fondali marini tra la Calabria e la Sicilia, così come si evince dalle numerose relazioni geologiche all’uopo redatte. Il team addetto alla progettazione formato da ingegneri e tecnici che hanno specifiche conoscenze specialistiche nel settore ha ammesso le difficoltà realizzative dell’opera dovute alle diverse sollecitazioni e soprattutto all’altezza dell’impalcato e della lunghezza eccessiva della campata ritenendole, tuttavia, superabili. E’ sicuramente un’opera unica mai realizzata prima, di grande interesse ingegneristico che, se realizzata, confermerebbe il grande background dell’ingegneria e tecnologia italiana. Diventerebbe, solo per questo, luogo di richiamo da ogni parte del mondo come avviene per le grandi opere artistiche esistenti e aumenterebbe sicuramente il turismo culturale insieme a quello estivo. Basta leggersi i dati di afflusso dei visitatori, sempre in aumento, che si recano a Reggio Calabria per visitare i Bronzi di Riace per avvalorare questa tesi. Un’altra considerazione connessa alla prima riguarda le infrastrutture esistenti carenti, inadeguate, insufficienti, obsolete, malfunzionanti. Secondo alcuni, è prioritaria la loro realizzazione rispetto al ponte. Si potrebbe, anche qui, facilmente obiettare che proprio la realizzazione di quest’ultimo impone il completamento delle strutture viarie mancanti e che comunque non c’è alcun nesso tra la realizzazione del ponte ed il miglioramento dei servizi essenziali. La stessa Comunità Economica Europea, più della classe politica italiana, ravvisa come improcrastinabile il superamento del gap esistente tra il nord ed il sud dell’Italia tanto da destinare la maggiore parte dei fondi del PNRR a tale scopo. Infine, altre due considerazioni, ma l’elenco potrebbe essere lunghissimo, riguardano l’impatto ambientale e il raffronto tra costi e benefici di un’opera così complessa e costosa.Un ponte così grande impatterebbe negativamente con le bellezze naturali di due delle più belle coste esistenti e soprattutto altererebbe l’ecosistema marino. Non sono un esperto di VIA (Valutazione Di Impatto Ambientale) ma mi domando e chiedo se è più dannoso per l’ecosistema l’attraversamento dello stretto con le navi traghetto da Villa a Messina con il conseguente inquinamento delle acque o con le automobili che transitano sul ponte e che nesso può esserci con i due piloni realizzati fra le sponde della Calabria e Sicilia. Il raffronto costi benefici turba poi i sonni delle menti eccelse e degli esperti in economia e viene considerato come cogente rispetto ad ogni altra questione. Anche in questo caso sarebbe interessante sapere quanto pesa economicamente il trasporto merci sul ponte con tempi di percorrenza decisamente minori rispetto a quelli attuali su nave. Si e’ sempre sostenuto che l’alta velocità dei treni per trasporto mezzi e persone e la rete 5g per trasmissioni dati oltre a ridurre i tempi di percorrenza tra località diverse aveva indubbi vantaggi economici. La stessa logica dovrebbe valere per il ponte. Le innovazioni tecnologiche e le loro applicazioni in contesti vari rappresentano il volano del progresso di una società in continua evoluzione e sono il frutto della voglia di conoscenza e di sapere innati nell’uomo. Pensare di ridurre tutto a costi benefici significa tarpare le ali alla voglia di sperimentare ed innovare e soprattutto immaginare un futuro migliore. Non ho certezze, pur essendo da sempre favorevole alla sua realizzazione, ma mi auguro che non ci si divida tra i favorevoli ed i contrari rischiando di essere inconsapevolmente strumentalizzati da chi vorrebbe la Calabria ed il sud relegati ad una perenne subalternit