“È morto definitivamente, oggi nessuna riunione”. Iv: “Scelta unilaterale, un autogol clamoroso”. E’ rottura. Il capo di Azione sbotta contro il leader di Iv: “Non lo vuole fare e vuole tenersi soldi”. Salta il comitato politico fissato in serata: “Lui non viene alle riunioni, parla solo con Obama e Clinton”, la stoccata all’alleato. Replicano i renziani: “Mentre tu dichiaravi, noi stavamo cercando una soluzione
Volano stracci nel Terzo polo già di prima mattina. Subito la lite via social, poi le parole di Carlo Calenda che mettono un punto definitivo all’alleanza con Matteo Renzi. E lo scambio di accuse reciproche sulla responsabilità della “morte del partito unico” tra Italia viva e Azione, a colpi di comunicati. Dopo essere stati in mattinata entrambi al Senato, per il voto del decreto Pnrr, il leader di Azione lasciando il palazzo dice: “La riunione di oggi non si fa, non c’è il clima giusto. Io e Renzi non abbiamo parlato in Aula, non c’è stato modo, c’erano voti serrati. In ogni caso il progetto del partito unico è definitivamente morto. Andremo avanti con due partiti e, se ricomporremo il clima, ci alleeremo dove sarà possibile”. La chiusura di Calenda, ribatte Italia viva, è un “clamoroso autogol”, interrompere il percorso verso il partito unico è “una scelta unilaterale” del leader di Azione. “Gli argomenti utilizzati appaiono alibi. Italia Viva è pronta a sciogliersi, come Azione, il 30 ottobre, dopo un congresso libero e democratico – si legge in un passaggio della nota di Italia viva – Sulle risorse, Iv ha trasferito fino a oggi quasi un milione e mezzo di euro al team pubblicitario di Carlo Calenda ed è pronta a concorrere per la metà delle spese necessarie alla fase congressuale e a trasferire le risorse dal momento della nascita del partito unico”. Risponde il partito di Calenda: “Lo stop deriva dalla scelta di Italia Viva di non votare un documento ieri che avevano dichiarato essere già letto e condiviso – si legge invece nella nota di Azione – Dietro tutto questo c’è solo un fatto: Renzi tornato alla guida di Iv da pochi mesi non ha alcuna intenzione di liquidarla in un nuovo partito. Scelta legittima ma contrastante con le promesse fatte agli elettori. Dopo mesi di tira e molla – si osserva ancora – ne abbiamo semplicemente preso atto. In un clima volutamente avvelenato da insulti personali da parte di Renzi e di quasi tutti gli esponenti di Iv a Calenda”.