Città di Castello,Un servizio sperimentale di sostegno al benessere psicologico ed emotivo di ragazze e ragazzi della città per aiutare a superare le conseguenze negative della pandemia ha coinvolto i centri sociali attivi nel territorio e si è concentrato sulla rete egli oratori che rappresentano una grande ricchezza di contenuto educativo. Il servizio è stato rivolto non solo agli utenti degli oratori ma ha interessato circa trecento fra ragazzi, genitori, docenti ed educatori.
Sono questi i risultati presentati questa mattina presso l’Auditorium di San Giovanni Decollato a Città di Castello, alla presenza del Vescovo Mons. Luciano Paolucci Bedini, dal Presidente della Fondazione Villa Montesca Angelo Capecci insieme al presidente della Comunità Educante Altotevere Massimo Belardinelli e agli Assessori comunali ai servizi sociali ed ai servizi educativi Benedetta Calagreti e Letizia Guerri. L’emergenza Covid ha messo infatti a dura prova la socialità di bambini e ragazzi, la loro possibilità di incontrarsi e fare esperienze di crescita. La condizione psicologica dei più giovani, come dimostrano vari studi, ha risentito dell’emergenza assai più di quella degli adulti. Per rispondere a questa necessità la Fondazione Villa Montesca in collaborazione con la Comunità Educante Altotevere – che mette in rete diversi enti (scuole di ogni ordine e grado, enti del terzo settore, associazioni del volontariato educativo, del sociale, della cultura e dello sport) accumulati dagli stessi valori educativi – ha lavorato intensamente per contrastare il disagio, supportando sin dalle prime fasi della pandemia la rete scolastica cittadina, i giovani e le famiglie. Nel post pandemia è emersa l’esigenza di fornire un sostegno al benessere psicologico ed emotivo, migliorando le dinamiche di gruppo anche in contesti educativi “non formali”, come gli oratori e i doposcuola, luoghi preziosi di aggregazione, accoglienza e crescita. Sono stati attivati tre percorsi sperimentali focalizzati sul benessere psico-emotivo, realizzati nei mesi di marzo, aprile e maggio 2023 in tre oratori e doposcuola cittadini (“San Giovanni Bosco”, “Madonna del Latte” e “Riosecco”).
Per accogliere anche in fase progettuale del servizio le voci dei ragazzi, solitamente solo oggetto di intervento e mai protagonisti e attori delle fasi di proposizione, la Fondazione si è fatta inoltre promotrice della costituzione dello YAB – YOUTH ADVISORY BOARD – un gruppo informale di lavoro e dialogo – composto da adolescenti e giovani fra i 10 e i 18 anni per favorire la loro partecipazione attiva ai processi decisionali che li riguardano. Il gruppo di lavoro conta oltre 25 partecipanti che rappresentano tutte le scuole superiori di primo e secondo grado dell’Alto Tevere ed è già attivo nella co-progettazione di nuovi percorsi e nella valutazione e monitoraggio di attività già in essere.
“Con questi percorsi – ha sottolineato la responsabile dei progetti della Fondazione Maria Rita Bracchini, ,– abbiamo voluto mettere al centro il tema dell’educazione emotiva, divenuta così urgente per il benessere dei giovani. Empatia, gestione delle emozioni, benessere relazionale sono i punti su cui lavorare per prevenire il disagio giovanile, partendo dalla scuola e dalla famiglia. Questo servizio va inteso come visione di sviluppo, di futuro, di nuove generazioni, di cultura delle emozioni, e, non da ultimo, come fattore di prevenzione primaria del disagio giovanile”.
“Un servizio sperimentale che si pone al centro di una vasta e qualificata programmazione che Fondazione Villa Montesca ha definito mettendo in rete tutti i soggetti pubblici e privati che faranno riferimento ai ragazzi e alle loro attività a 360 gradi anche al di fuori della famiglia e della scuola. Come istituzione non possiamo che confermare il sostegno a queste iniziative che spesso rappresentano un vero e proprio laboratorio progettuale a livello nazionale”, hanno dichiarato gli assessori, Calagreti e Guerri.
Anche il Vescovo di Città di Castello Mons. Paolucci Bedini ha espresso piena soddisfazione per il progetto ben riuscito che può contribuire molto per l’educazione dei più piccoli affianco alle famiglie. “Gli oratori sono territori di frontiera dove il contributo della comunità cristiana può esprimersi al meglio. Mi sento di incoraggiare il proseguo di questo rapporto e credo che possiamo aiutarci e camminare insieme e soprattutto voglio conoscere meglio questa realtà della comunità educante altotiberina” ha dichiarato il Vescovo.