Ordine del giorno della consigliera Luciana Bassini Gruppo Misto-Azione

CITTA’ DI CASTELLO – A sostegno del salario minimo e per la verifica dell’applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro da parte delle imprese aggiudicatarie delle gare del Comune e delle società partecipate, degli enti strumentali, delle fondazioni di cui l’amministrazione fa parte 

 Sostenere l’introduzione in Italia del salario minimo e la corretta applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro da parte delle imprese aggiudicatarie delle gare del Comune di Città di Castello e da parte delle società partecipate, dagli enti strumentali e dalle fondazioni di cui l’amministrazione fa parte sono gli obiettivi dell’ordine del giorno presentato dalla consigliera Luciana Bassini (Gruppo Misto-Azione). Con l’atto, l’esponente della minoranza propone al consiglio comunale di impegnare il sindaco Luca Secondi e la giunta a “sostenere in tutte le opportune sedi gli atti e le misure che prevedano l’introduzione del salario minimo ed equo per i lavoratori pubblici e privati ed una legge sulla rappresentanza delle organizzazioni sindacali e sui datori di lavoro” e a “promuovere confronti istituzionali con esponenti politici, associazioni di categoria, sindacati e realtà imprenditoriali per esporre i dati e le motivazioni che rendano l’approvazione di questa legge prioritaria per il nostro Paese”. Attraverso l’approvazione dell’ordine del giorno, Bassini intende inoltre dare mandato a sindaco e giunta di “verificare, rispetto alle gare indette dal Comune, che siano applicati correttamente i contratti collettivi nazionali di lavoro sottoscritti dalle organizzazioni sindacali più rappresentative e che tale vincolo sia presente in tutte le gare” e di “verificare che i vincoli che prevedono l’applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro firmati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative siano applicati anche dalle società partecipate, dagli enti strumentali e dalle fondazioni di cui il Comune fa parte”. Nel citare l’articolo 36 della Costituzione, in base al quale “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa” e l’articolo 39 della stessa carta nel quale è sancito che “l’organizzazione sindacale è libera e i sindacati registrati hanno personalità giuridica e possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce”, Bassini sottolinea come “la mancanza di una legge in base alla quale sia possibile definire il livello di rappresentanza delle organizzazioni firmatarie dei contratti provoca situazioni di assenza di tutele per cospicue fasce di lavoratori”. “Non essendoci, infatti, l’obbligatorietà della stipula di contratti collettivi – evidenzia la consigliera – esistono imprese o tipologie di contratti di lavoro individuali cui non è applicabile nessun contratto collettivo e quindi nessuna forma di salario minimo”. Bassini rimarca come in Italia siano “molti i lavoratori che non hanno un contratto collettivo di lavoro, si stima il 20 per cento, e possono essere considerati lavoratori in situazione di povertà, i cosiddetti ‘working poors’, coloro che ricevono salari al di sotto dei minimi stabiliti dalla contrattazione”, puntualizzando che “secondo le rilevazioni INPS, nel nostro Paese 4,6 milioni di lavoratori guadagnano meno di 9 euro l’ora, soprattutto tra gli operai agricoli e lavoratori domestici, mentre 2,5 milioni non arrivano a 8 euro”. “Il 7 giugno 2022 l’Unione Europea ha raggiunto un accordo sul salario minimo con una direttiva quadro che rappresenta il primo intervento d’iniziativa legislativa in materia retributiva che punta a fissare salari minimi adeguati ed equi che i Paesi membri dovranno recepire”, evidenzia l’esponente del Gruppo Misto-Azione, nel richiamare l’attenzione sul fatto che “il salario minimo è uno strumento che consente di contrastare efficacemente forme di competizione salariale al ribasso e nello stesso tempo garantisce così la correttezza della concorrenza sul mercato da parte delle imprese”. “L’approvazione di una legge sulla rappresentanza delle organizzazioni sindacali e dei datori di lavoro contribuirebbe a stabilire chi ha titolarità alla stipula dei contratti collettivi nazionali di lavoro – sostiene Bassini – e l’introduzione del salario minimo ed equo costituirebbe inoltre una oculata scelta di politica con l’obiettivo di contrastare la povertà crescente nel nostro Paese”. “Una qualche forma di regolamentazione del salario minimo esiste già nella maggioranza degli Stati membri dell’Unione Europea – conclude Bassini – l’Italia è tra quelli senza una norma in materia”

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