Tasse extraprofitti banche. Il giorno dopo… peggio di quanto già si pensava

Eclatante e preoccupante la reazione delle Borse, soprattutto quella di Milano, alla decisione che prevede la tassazione dei cosiddetti extraprofitti che le banche hanno realizzato dopo l’aumento dei tassi d’interesse fatto dalla Banca centrale europea (Bce) per arginare l’inflazione (1)

Interessanti, e preoccupanti, alcuni rilievi fatti da un deputato dell’opposizione, Luigi Marattin (Italia Viva), che ha approfondito meglio la questione.
In conferenza stampa il ministro Matteo Salvini, e non solo, aveva detto che questo gettito fiscale sarebbe servito per:
1) ridurre le tasse
2) aiutare chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile.

Ma non è così.

Ridurre le tasse. Non si finanzia una riduzione strutturale delle tasse con un gettito una-tantum.
Aiuto mutuatari col variabile. Il decreto approvato indica che questo gettito serve ad alimentare il fondo che concede garanzie per chi deve accendere un nuovo mutuo.

Il governo ci ha quindi mentito. Ulteriore danno (un governo che mente è un danno, e anche grosso) oltre
alle perdite in Borsa;
– aver legittimato un intervento alla Robin Hood (“rubare ai ricchi per dare ai poveri”) visto che le banche stavano guadagnando legittimamente;
– legittimare futuri decreti che, come oggi si preleva quello che si considera extra, domani potrà essere deciso di prelevare dai contribuenti per aiutare le banche in crisi (metodo, tra l’altro, non nuovo);
– creare le condizioni perché le banche si rifacciano del maltolto sui loro clienti per altri tipi di operazioni (anche questo non sarebbe una novità);
– far scappare dai nostri mercati, non solo finanziari, aziende che sarebbero preoccupate per un intervento dello Stato se facessero buona impresa, cioè guadagnando;
– le ricadute di tutto questo: il vortice di prelievo instaurato, spingerà chiunque a rifarsi sui soliti anelli finali del mercato, i consumatori.

Proprio una bella pensata che, oltre – per quanto ne sappiamo – non c’entra con liberalesimo e capitalismo, pone le basi per una economia non di mercato, ma di Stato. Se è questo che il governo vuole, buon per lui …. ma, siccome crediamo che ci siano cascati senza rendersene conto vista l’approssimazione e l’ignoranza con cui spesso agiscono, la questione diventa preoccupante.

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