Citta’ di Castello, “capitale” dei cavalli e allevamenti di qualità ieri sera ha detto no alla violenza sulle donne e al bullismo e lo ha fatto in maniera inedita attraverso uno spettacolo equestre sotto le luci dell’anfiteatro del parco comunale Alexander Langer, dove è in corso di svolgimento fino a stasera, la 53^ Mostra Nazionale del Cavallo, fra le più antiche rassegne in Italia
con origini che risalgono al 1302 – Chiara Cutugno, giovane “amazzone” umbra e la sua cavalla “Desideria” applaudite a lungo dopo la performance “anti-violenza”, la prima così.Cavalli “anti-violenza”, ambasciatori di pace e rispetto. Citta’ di Castello, “capitale” dei cavalli e allevamenti di qualità ieri sera ha detto no alla violenza sulle donne e al bullismo e lo ha fatto in maniera inedita attraverso uno spettacolo equestre sotto le luci dell’anfiteatro del parco comunale Alexander Langer, dove è in corso di svolgimento fino a stasera, la 53^ Mostra Nazionale del Cavallo, fra le più antiche rassegne in Italia, con origini che risalgono al 1302, quando in onore del patrono della città, San Florido, presero il via le celebrazioni di bestiame e cavalli. Uno spettacolo equestre (“Cavalli ed Eleganza”), “mozzafiato”, a tratti commovente, unico di questo genere, firmato da Nico Belloni, regista della manifestazione, nel quale gli animali, con esibizioni in libertà insieme a giovani donne, sono stati i veri ambasciatori di un messaggio di ferma condanna delle aggressioni che stanno proliferando negli ultimi giorni. Un originale appello, una scossa culturale che ristabilisca i fondamenti della convivenza civile, come richiamato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in questi giorni. Protagonista della serata “anti-violenza”, Chiara Cutugno, 33 anni, eugubina, docente di zootecnia, presso l’istituto agrario di Città di Castello e di Gubbio, artista equestre specializzata nel lavoro in libertà da terra e senza briglie, attraverso figure di alta scuola, doma vaquera e circensi. In sella e a Desideria, cavalla bianca, purosangue lusitano, di 9 anni, Chiara, ha indossato il corpetto dorato, pantaloni neri, con i nastri “rossi” nei capelli, della dea delle Amazzoni che con grazia e abilità ha rappresentato: una donna che con il suo cavallo si libera dalla violenza culturale e fisica di cui è vittima nella società, in una esibizione di rara intensità e sensibilità. “Per me è stato un onore portare questo messaggio attraverso lo spettacolo “La regina delle amazzoni” – ha precisato visibilmente commossa e felice Chiara al termine dell’applaudito spettacolo – che se letto in chiave letterale rappresenta la regina delle donne guerriere a cavallo, che dopo un inizio molto forte in cui viene simulata una battaglia, si conclude in dolcezza quando il mio purosangue lusitano “Desideria” viene liberata da sella e finimenti e danza con me con grazia, perfezione e leggerezza eseguendo figure di alta scuola in totale libertà. Ma se letto in chiave metaforica invece abbiamo voluto rappresentare insieme al regista Nico Belloni che ha realizzato questo progetto e che ha creduto in me e al quale sono molto grata, tutte le donne, guerriere che affrontano le sfide di ogni giorno, donne che devono combattere violenze non solo fisiche e/o sessuali, già orribili, ma anche psicologiche e/o economiche altrettanto devastanti. Vorrei infatti sottolineare anche questi due ultimi aspetti – ha proseguito la madrina dello spettacolo – che spesso vengono sottovalutati in quanto non provocano danni immediatamente visibili sulla donna, ma che comprendono minacce di violenza, coercizione o privazione arbitraria della libertà personale sia nella vita pubblica che privata attraverso gesti quotidiani che piegano e spezzano la propria dignità e il proprio spirito. Quando infine ho liberato il mio cavallo da ogni strumento artificiale creato dall’uomo, come sella e finimenti, abbiamo voluto rappresentare un lieto fine dove la donna creatura nata libera come il cavallo, viene liberata da ogni violenza e sopruso che questa società che si ritiene così avanti e civilizzata ancora la rende vittima di atrocità. La violenza contro le donne infatti rappresenta un importante problema di sanità pubblica, oltre che una violazione dei diritti umani. Come ha spiegato il presidente della Repubblica, Mattarella in occasione della giornata mondiale contro la violenza delle donne – ha concluso Chiara Cutugno – il problema è culturale e di educazione e io come madre di Michelangelo mi impegnerò in primis a educarlo nel rispetto della donna, ma anche nella sua personale autonomia nei compiti di tutti i giorni di modo che potrà un giorno avere a fianco una compagna di vita e non una schiava/oggetto”. Sotto la guida del tecnico federale Alessia Germoni, poi, giovanissimi campioni dell’equitazione sono stati i protagonisti dell’esibizione contro il bullismo, con cui, a pochi giorni dalla ripresa delle lezioni nelle scuole, invieranno nella simbiosi con i loro magnifici cavalli un monito ai bambini e ai ragazzi a dare significato ai valori del rispetto e dell’amicizia, mentre si compie insieme un percorso di istruzione fondamentale per il futuro. “Da oltre mezzo secolo la Mostra del Cavallo ha una proiezione nazionale che ne fa un evento di riferimento per il movimento equestre, una manifestazione che parla al cuore e alle passioni di tantissime persone di tutte le età e che è giusto si prenda la responsabilità di inviare un messaggio di civiltà, di rispetto e di libertà nel segno dell’amore che unisce gli animali alle donne e agli uomini”, ha sottolineato il sindaco di Città di Castello Luca Secondi. Insieme al presidente dell’Associazione Mostra Nazionale del Cavallo Marcello Euro Cavargini, alla vice presidente Mirella Bianconi (Presidente Fise Umbria) ai consiglieri del direttivo Daniela Brodi e Camillo Massetti, ai soci Mirko Tacchini e Mauro Cucchiarini, al direttore artistico dello show equestre Nico Belloni, il primo cittadino ha parlato con soddisfazione dell’“importanza di dare continuità a un evento che fa parte della tradizione culturale del nostro territorio ed è un volano di sviluppo economico per il movimento dell’allevamento e dell’equitazione della vallata”. Belloni ha testimoniato la volontà di “aver fatto un passo in avanti nella proposta artistica per Città di Castello, pensando non solo allo show, alle emozioni forti che il gala della Mostra del Cavallo ha sempre trasmesso, ma anche parlare dei valori veri della vita, di cui i cavalli a mio giudizio sono i migliori ambasciatori”. “La cronaca ci porta purtroppo ad alzare l’asticella dell’attenzione sui gravi fenomeni sociali che ci circondano – ha osservato il direttore artistico – e con il nostro spettacolo pensiamo si possa aver dato un piccolo contributo a recuperare l’amore per la vita, l’educazione e il rispetto per le persone che sono la base della convivenza civile”. Per decenni punto di riferimento in Italia e in Umbria, nel suo percorso di rinascita e ristrutturazione economica, organizzativa e logistica, la manifestazione (che nel 2011 ha ospitato la leggenda del trotto, Varenne e poi nel 2014, la cavallina bianca Via Lattea dell’allevatore umbro Sergio Carfagna) riparte dalle energie, dai talenti, dall’intraprendenza e dalla voglia di fare delle tantissime persone che a Città di Castello e in Alta Valle del Tevere vivono in simbiosi con i cavalli, per lavoro, sport, divertimento e anche amore per lo spettacolo. Un percorso di valorizzazione del settore, a 360 gradi, nel quale l’Associazione Mostra Nazionale del Cavallo cammina con al fianco il Comune di Città di Castello e la Regione Umbria, sempre a sostegno dell’evento anche in una stagione dove gli scossoni economici rendono più difficile farlo, con il faro dell’esperienza e della professionalità assicurati dalla FISE Umbria e dal ritorno, quest’anno, dell’Associazione Regionale Allevatori dell’Umbria e delle Marche. Presenti alla Mostra anche stand informativi della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.