L’assessore ai Lavori Pubblici Carletti risponde al consigliere Leveque (FDI) sui lavori al mercato coperto

CITTA’ DI CASTELLO “sarà un intervento di restyling funzionale, che sarà sorvegliato da un archeologo in considerazione del valore storico dell’immobile, i cui spazi saranno restituiti all’utilizzo commerciale attraverso un bando pubblico”  “Con le risorse del PNRR che abbiamo a disposizione, e che il Comune ha cofinanziato, sul mercato coperto  non andremo a effettuare lavori di tipo strutturale che richiedono indagini preventive, ma un intervento di restyling che ridarà nuova vita a uno spazio importante della città, la cui restituzione all’utilizzo commerciale avverrà attraverso un bando pubblico per selezionare gli operatori enogastronomici ai quali assegnare gli spazi che terrà conto della storicità delle attività da sempre ospitate al suo interno.

I lavori non comprometteranno nulla della storia del luogo e, come da richiesta della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, nel cantiere sarà presente un archeologo che sorveglierà ogni attività di scavo e potrà segnalare la presenza di ogni eventuale reperto di valore storico e culturale da tutelare”. E’ la risposta che l’assessore ai Lavori Pubblici Riccardo Carletti ha dato all’interrogazione del consigliere di FDI Riccardo Leveque sulla valorizzazione e la riqualificazione storica e artistico-culturale del mercato al coperto in corso Cavour. Nel ricordare come la parte a destinazione commerciale dell’edificio sarà interessata a partire dalla seconda metà di settembre da un intervento finanziato dal PNRR con 110 mila euro, cofinanziato dal Comune con 15 mila euro, per un totale di 125 mila euro, il consigliere Leveque aveva dato atto all’amministrazione di aver messo in cantiere “un intervento di notevole importanza su un bene della nostra città che deve essere restituito al massimo del suo valore storico, artistico e culturale”. Nel ripercorrere la storia dell’immobile risalente all’XI secolo, che in origine ospitava una chiesa dedicata a San Paolo Apostolo, l’esponente della minoranza aveva dato conto delle evidenze contenute nella documentazione storiografica consultata, che parlano della “presenza di almeno due altari, uno maggiore e uno dedicato a Sant’Apollinare” e del fatto che “al di sopra dell’altare maggiore si trovasse un’immagine dello stesso San Paolo Apostolo”. “L’edificio, divenuto mercato del pesce nella parte inferiore a partire dal 1799 dopo la perdita della sua funzione religiosa, ha una storia millenaria e le fonti documentano la presenza di valori artistici, religiosi e culturali – aveva osservato il consigliere – ma purtroppo, come si evince dal progetto, non sono state previste operazioni di saggi della struttura prima delle opere finanziate”.  Oltre a chiedere quali siano opere e gli interventi di riqualificazione previsti, Leveque aveva quindi espresso l’esigenza di sapere “se siano stati fatti sopralluoghi per la valutazione artistica storica culturale dell’edificio da parte della Soprintendenza competente e quali siano stati gli esiti” e “se sia stato considerato di riportare alla luce la bellezza originaria dell’antica chiesa di San Paolo, con quelli che potrebbero essere i tesori nascosti sotto le volte o le pareti dell’edificio”. “E’ possibile prevedere saggi per monitorare e valutare le condizioni artistiche dell’immobile?”, aveva aggiunto il rappresentante di FDI, chiedendo anche se fosse previsto “un bando per l’assegnazione dei box delle attività gastronomiche e artigianali tipiche del nostro territorio per la piena ripresa e valorizzazione del mercato al coperto”. In aula l’assessore Carletti ha chiarito nel dettaglio la tipologia di opere finanziate per la riqualificazione del mercato coperto, che riguarderanno “la messa a norma dell’impianto elettrico, il rifacimento delle tubazioni di scarico e dei relativi pozzetti e griglie, il rifacimento della pavimentazione in materiale antiscivolo, la tinteggiatura della volta delle pareti interne, la verniciatura delle serrande dei box, la realizzazione di un nuovo bagno con relativo antibagno a servizio del personale, il restauro delle velette in legno a copertura delle serrande, la sostituzione della parte bassa di infisso e la realizzazione di un corrimano delle scale in corrispondenza del prospetto nord-ovest”. L’assessore ha quindi dato conto del fatto che lo scorso 9 febbraio 2022 la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria abbia condotto un sopralluogo, le cui risultanze sono contenute nel parere protocollato in Comune, preannunciando che lo avrebbe messo a disposizione del consigliere interrogante. “La Soprintendenza ha disposto che ogni attività di scavo debba essere eseguita in regime di sorveglianza archeologica, quindi con la presenza di un archeologo, senza alcuna indagine preventiva, come previsto già in occasione dei lavori della variante del Cassero”, ha spiegato Carletti, evidenziando che l’onere per l’incarico a un professionista specializzato sia già stato previsto nell’ambito del progetto. “Quello che faremo è un restyling, ma non è un intervento strutturale, quindi la Soprintendenza non ci ha imposto di fare indagini preventive, ma in considerazione della storia del luogo, ha imposto la presenza di un archeologo che, nel caso sia necessario interromperà i lavori, anche se noi speriamo che possano svolgersi secondo il cronoprogramma previsto, considerando che si tratta finanziamenti europei con tempistiche rigorose”. In sede di replica, il consigliere Leveque si è detto parzialmente soddisfatto e ha ribadito “la necessità che nella progettualità della nostra città vengano valorizzati di più gli aspetti culturali che contraddistinguono le risorse del nostro territorio e quindi venga verificato, anche attraverso lo studio dei documenti storici, il rilievo storico e artistico dei beni di cui siamo custodi, perché possano essere recuperati nel rispetto dell’importanza che hanno e anche in funzione turistica”. “Per me sarebbe opportuno che venissero sempre eseguiti i saggi che possano permettere di riportare alla luce le ricchezze più importanti che la storia si consegna e che noi dovremmo tramandare a chi verrà dopo di noi”, ha concluso Leveque.

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