Queste le proposte della Giornata internazionale di studi che si è svolta a Città di Castello Sindaco Secondi e assessore Botteghi: “La nostra missione è conservare quanto sopravvissuto alla storia”. Pala di Santa Cecilia: un restauro in diretta grazie ad Art Bonus ed E-Campus. Il presidente della Burri Corà lancia l’idea del numero unico “Contemporanei di Signorelli”
Similmente a Perugino, con cui condivide il Cinquecentenario, anche per Luca Signorelli la numerosità e la vetustà delle opere impone la creazione di un data base con i dati archivisti, scientifici e tecnici di tutti gli interventi compiuti su quanto è sopravvissuto ad una storia lunga mezzo secolo: è quanto emerso dalla Giornata internazionale di studi Valorizzare e conoscere Luca Signorelli. Strategie e metodi dal Novecento a oggi a cura di Francesca Mavilla e Marta Onali, che si è svolto nel giorno in cui si colloca canonicamente la scomparsa dell’artista, lunedì 16 ottobre, nell’ambito dell’Anno Signorelliano del comune di Città di Castello. Sedi della giornata la Biblioteca Carducci e la Pinacoteca, dove il restauratore Paolo Pettinari, incaricato dell’intervento sulla Pala di Santa Cecilia, sostenuto dall’Università E Campus nell’ambito dell’Art Bonus, ha rivelato alcune anticipazioni emerse dai primi approfondimenti sull’opera. “Siamo in attesa del parere della Soprintendenza sul progetto, per dare il via al restauro” dichiarano il sindaco Luca Secondi e l’assessore alla Cultura di Città di Castello Michela Botteghi, sottolineando come “la missione delle istituzioni sia in questo frangente storico prendersi cura dello stato delle opere e garantire la conservazione per i posteri di un patrimonio inestimabile ma che richiede attenzione costante e risorse ingenti per la manutenzione. L’Anno Signorelliano, oltre a celebrare la grandezza dell’artista, per Città di Castello e per l’Alto Tevere attraverso il progetto La Valle di Signorelli della rete RIM, ha significato potenziare l’offerta cultura con la mostra documentaria nella Biblioteca Carducci, gli eventi della Pinacoteca, lo spazio dedicato all’approfondimento scientifico e l’operatività concreta, grazie al mecenatismo di E Campus, con il restauro della Pala di Santa Cecilia che ha ancora tanto da rivelare su Signorelli”. L’iniziativa è stata patrocinata dalla Regione Umbria, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Umbria, dall’Università degli Studi di Perugia, con la collaborazione del GAL Alto Tevere e di Perugino-Signorelli 500 di AssoGal dell’Umbria, il Consiglio notarile di Perugia presente con il notaio Laura Grassi, responsabile dell’Archivio notarile custodito presso la Biblioteca e il notaio Massilimiano Citti. Sono intervenuti alla giornata i maggiori esperti e specialisti tra cui Giovanni Luca Delogu, Funzionario Storico dell’arte – Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’UmbriaeLaura Teza, Professoressa associata di Storia dell’arte moderna dell’Università degli Studi di Perugia. In collegamento anche lo storico dell’arte Tom Henry, importante studioso dell’artista, Francesco Federico Mancini, Vittoria Garibaldi, Antonio Natali, Bruno Corà, Veruska Picchiarelli, Serena Nocentini, Daniele Simonelli, Sara Borsi, Eleonora Sandrelli, Alessandra Cannistrà, Federica Maria Papi, Francesca Mavilla e Marta, Elena Mercanti e Giovanna Martellotti, di Roberto Saccuman, di Paolo Pettinari e diFrancesca Capanna e Giorgia Pinto dell’Istituto Centrale per il Restauro. “Dobbiamo la numerosità delle sue opere anche al fatto che Signorelli, con l’ascesa di Raffaello e Michelangelo, fu messo in disparte e con il tempo quasi dimenticato fino al 1953 quando la mostra di Firenze e Cortona lo rivaluta, aprendo la strada ad ulteriori approfondimenti e studi” dichiarano le curatrici della giornata Francesca Mavilla e Marta Onali “Le opere non avendo un grande mercato rimasero nelle sedi per cui furono create ed è anche per questo che oggi in Alto Tevere ci sono almeno undici opere di Luca Signorelli. Fu un artista ma anche un imprenditore, molto attento alla gestione della sua bottega e, a differenza di altri grandi, sensibile al tema delle risorse umane, tanto da investire nella formazione dei suoi aiuti, che ebbero la possibilità di studiare a Roma. In realtà dalla giornata di studi Signorelli esce confermato come un modello non solo per Raffaello e Michelangelo ma anche per il Perugino, che si ispirò ad alcune sue creazioni e modalità tecniche. È ormai maturo il tempo, similmente che per il Perugino, di realizzare un data base in cui fonti, lavori, studi e interventi dedicati all’opera di Signorelli siano consultabili per alimentare la ricerca ma anche perché l’indagine sull’influenza che esercitò nei Rinascimento maturo e sul suo stile ha ancora molto da dire”. Il presidente della Fondazione Burri Bruno Corà, similmente a quanto fatto nel 1987 con un numero straordinario della rivista AEIUO, “I contemporanei a Signorelli”, a cui parteciparono artisti e intellettuali come Burri, Kounellis, Pistoletto, Rotella Beyus, ha proposto di realizzare una monografia con interventi artistici di varie discipline dei “contemporanei” di Signorelli, secondo una concezione, più volte evocata nell’Anno Signorelliano del comune di Città di Castello, che “l’arte sia sempre arte contemporanea”.