TRACCE DI MEMORIA TRA BADIA TEDALDA – FIRENZE

BADIA TEDALDA – E’ il 1973 quando il sindaco di Badia Tedalda: “Franco Ciavattini” viene ricevuto a Palazzo Vecchio dal Sindaco di Firenze: Luciano Bausi.  Quante cose sono cambiate a distanza di cinquant’anni – commenta: l’ex primo cittadino – oggi Presidente di Onlus in Arezzo. Eventi di forti legami legavano il comune badiale con la Repubblica Fiorentina.

La testimonianza è nella lettera – del Sindaco Bausi datata 29 settembre 1973- continua: Ciavattini , riferendosi alle impressioni dell’Assessore Dini, che ringrazia vivamente l’amministrazione locale con invito formale a fare visita ufficiale al comune di Firenze.  Lo scambio rappresenta la restituzione di visita dall’Assessore del comune di Firenze: Olinto Dini, in occasione della quinta edizione de “ La Maremmata, con la consegna da parte fiorentina del gonfalone della città di Firenze dove splende il giglio più famoso al mondo. A suo volta, il Sindaco di Badia Tedalda  omaggia al Sindaco di Firenze di campanello, quelli che adoperano i frati nel convento, a quei tempi i Sindaci presiedevano il Consiglio Comunale e l’omaggio del campanello era adatto.  Questi legami restano a Firenze con tracce importanti: la via dei Tedaldi;  la via della Badia; le tombe gentilizie nella chiesa de’ Visdomini. Inoltre nell’Archivio storico di Fiorentino sono custoditi documenti del carteggio relativo alla millenaria abbazia di Badia Tedalda. La cerimonia per la ricca coreografia che l’accompagnava, ebbe un fascino ed una forte suggestione. L’Amministrazione comunale di Badia Tedalda, prese impegno a dare prospettive di rinascita e di sviluppo, dopo anni di totale grigiore si era acceso un faro. Fu portato avanti il “Piano di ricostruzione” del capoluogo, con interventi  in tema di viabilità, con importanti scelte urbanistiche e strategiche, con la individuazione di due poli di sviluppo abitativo: le “Serrette“ e “Prati“, destinato quest’ultimo all’insediamento dell’area Peep. Sempre nel periodo furono gettate le premesse per la valorizzazione turistica del territorio sfruttando la posizione geografica con un nutrito popolo di  turisti. Si tratta di favorire una tendenza di  fare turismo che risale lungo la valle per favorisce l’integrazione nel soggiorno fino a spingersi verso le terre montane dell’Alpe della Luna. Da una parte la Valtiberina, piena di arte e storia,  dall’altra la vicina riviera romagnola. Con queste premesse, si inizia a stabilire una rete di rapporti con le autorità interessate con progetti mirati.  Dal versante dell’altavalmarecchia, un aiuto  arrivò del Professore: Amedeo Montemaggi, studioso di storia locale con molta conoscenza della vallata verso il riminese. Un aiuto arrivò dagli operatori del settore che intuivano in questa politica di valorizzazione un volano di crescita e di sviluppo. Ci furono convegni – conclude: l’ex Sindaco  – con la politica di valorizzazione dell’entroterra che trovò nel sindaco di Rimini: Walter Ceccaroni, un convinto sostenitore. Il seme gettato nel lontano periodo era la speranza di trovare terreno favorevole per lo sviluppo che, abbracciava la realtà, di noi toscani messi a vivere in una terra al di là, al di qua dell’Appennino.  

Francesco Crociani

FOTO  La delegazione di Badia Tedalda del 29 ottobre 1973 ricevuta a palazzo Vecchio dal sindaco di Firenze: Luciano Bausi

DA SINISTRA DI SPALLE: DON AMEDEO POTITO, TORQUATO DINDELLI, “LUCIANO BAUSI (sindaco di Firenze)”, LINO MONTINI, OLIVIERO TREBBI, “FRANCO CIAVATTINI (sindaco di Badia Tedalda)”, SESTO ANGELI, FRANCO REGI, AGIOLO GENTILI  E TOMMASO REGI

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