Il Sarcofago degli Sposi è salvo

Una pedana hi-tech contro le vibrazioni dei tram L’opera in argilla cotta è rarissima e fragile, se ne conosce un solo altro esemplare conservato al Louvre. Ma il passaggio lungo la vicina via delle Belle Arti e quello sottoterra della ferrovia Roma-Viterbo lo stavano mettendo in pericolo

Il millenario abbraccio del Sarcofago degli Sposi, nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, è ancora più saldo e sicuro. L’opera, un’urna cineraria datata al 530-520 a.C., è ora posta su di una piattaforma hi-tech isolante, studiata per proteggerla dalle vibrazioni provocate dal traffico su rotaia e su gomma Il Sarcofago è opera rarissima (se ne conosce un solo altro esemplare al mondo, conservato al Louvre), e assai fragile. Realizzato in argilla cotta, al momento del suo rinvenimento, avvenuto nel 1881 presso la necropoli della Banditaccia a Cerveteri, era smembrato in oltre 400 frammenti. L’urna mostra una coppia distesa su di un letto (kline), con il busto sollevato nella posizione del banchetto. La presenza della moglie accanto al marito rappresenta una novità per la statuaria dell’epoca, e indica una posizione della donna, nella società etrusca, più libera rispetto al mondo greco. Per proteggere il Sarcofago dalle quotidiane vibrazioni prodotte dal passaggio di autoveicoli e tram lungo la vicina via delle Belle Arti, ma anche dalle vibrazioni sotterranee provenienti dalla ferrovia Roma-Viterbo, è stata ideata la base antivibrante isolante, sviluppata da un team di ricercatori dell’Università La Sapienza, da Enea, dall’azienda Somma e dal Servizio Conservazione del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. L’operazione si è svolta nell’ambito del progetto di ricerca Monalisa (Monitoraggio Attivo e Isolamento da vibrazioni e Sismi di oggetti d’Arte), finanziato da Regione Lazio e Ministero dell’Università e Ricerca, al quale partecipa anche l’Università Roma Tre.Il sistema di isolamento, sul quale il Sarcofago ha trovato definitiva collocazione, non solo è in grado di ridurre le vibrazioni, ma anche di ammortizzare gli effetti di eventuali scosse di terremoto.La coppia banchettante di sposi, sarà ora costantemente monitorata da una serie di sensori che misureranno sia le vibrazioni del pavimento del museo, sia quelle della stessa piattaforma isolante, in modo tale da inviare, al superamento di soglie di allerta o di allarme, messaggi su smartphone.«Grazie al progetto Monalisa sarà garantito un futuro migliore e certamente duraturo alla coppia identificata dall’abbraccio più famoso e iconico dell’arte antica», ha commentato Valentino Nizzo, direttore uscente del Museo, che ora insegnerà Etruscologia e Antichità italiche presso l’Università L’Orientale di Napoli.

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