Interrogazione consiglieri comunali, Loriana Grasselli, Luigi Gennari e Ugo Tanzi (Socialisti per Castello)
Criticità della Sanità a Città di Castello: interrogazione consiglieri comunali, Loriana Grasselli, Luigi Gennari e Ugo Tanzi (Socialisti per Castello). “Il sistema sanitario – si legge nella premessa- pone il nostro ospedale come presidio DEA di primo livello, non per un semplice riconoscimento amministrativo, ma perché il nostro nosocomio è punto di riferimento per intera Alta Valle del Tevere e per molti territori extra-regionali. Siamo da sempre stati riconosciuti come terra di confine capace in ambito socio sanitario di essere attrattori di utenti grazie alla qualità del servizio offerto.
Purtroppo da qualche anno questo non è più così evidente, anzi i dati dimostrano un’inversione di tendenza, dal nostro territorio molti cittadini vanno fuori per avvalersi di cure. Questo è quello che si evince dal rapporto annuale di Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionale) che vede un trend in aumento degli umbri che si curano fuori regione per anno appena concluso, è una fotografia per niente rosea della Sanità, dove un umbro su cinque si cura fuori regione, questo ha sicuramente un riscontro sui conti della sanità umbra. E ciò non è dovuto ad un mancato impegno degli operatori sanitari o per la loro professionalità ma per una carenza di personale e un’inefficiente capacità organizzativa con indirizzi chiari che arrivano dai vertici regionali. Da quando la Sanità ha adottato un sistema aziendalistico su base regionale, dettata dalla riforma del 1992, è ovvio che non si deve guardare soltanto alla Qualità di servizi sanitari offerti ma anche alla Qualità al fine di poter essere competitivi e riuscire a coniugare efficienza dei bilanci (si ricorda ce stiamo parlando di soldi pubblici ) con efficienza delle prestazioni. Tornando al nostro ospedale tema molto importante è la carenza di personale sanitario medico e non. Attualmente sono vacanti relativamente ai Primariati, quelli dei reparti di Ginecologia, Cardiologia, Medicina e prossimamente lo saranno altre Strutture Complesse a causa di pensionamenti. Risulta pertanto fondamentale e non rinviabile andare a nominare i Primari mancanti, quali figure fondamentali per i Reparti medesimi, con funzioni di leadership in coerenza con gli obbiettivi aziendali e delle proprie strutture, oltre ampia conoscenza degli aspetti manageriali, degli strumenti di governo clinico e della gestione del personale, nonché delle risorse materiali. Da tenere conto inoltre, che “Primari di spessore” rappresentano una figura attrattiva per l’utenza. Questi elementi nel loro complesso non possono essere demandati ad altri medici, ad oggi in un numero così esiguo e sufficienti a fronteggiare esclusivamente le cure dei pazienti. Un altro reparto in sofferenza per i numerosi utenti che vi afferiscono è il reparto di Diabetologia in quanto nel mese di marzo 2023 un medico a tempo pieno è stato trasferito ad altra sede e non è ancora stato sostituito.Il provvedimento regionale di programmazione della rete ospedaliera regionale ai sensi del Decreto Ministeriale 70/2015, prevedeva una programmazione di 18 Strutture Complesse per l’ospedale di Città di Castello fino al 28/12/2023 ad oggi il nuovo provvedimento regionale le riduce ulteriormente a 15. Le Strutture Complesse tolte sono in particolare quelle di radioterapia e di chirurgia plastica, utili e necessarie a compendio della breast unit, e per quanto riguarda la chirurgia plastica, della chirurgia bariatrica, eccellenze nel nostro ospedale. Non si capisce inoltre perché le Strutture Complesse aziendali di Pediatria e Oculistica siano previste di sede a Branca, visto che Città di Castello è il presidio con più posti letto e maggior bacino di utenza. Inoltre vorremmo sapere quando la Giunta Regionale autorizzerà assunzione degli oltre 40 infermieri e medici rianimatori necessari per incremento previsto di 12 posti letto di terapia intensiva e 14 posti letto di terapia semintensiva. Nel suo complesso, questo provvedimento penalizza in maniera evidente il nostro ospedale e l’intera popolazione dell’Alta Valle del Tevere che dal ridimensionamento avranno meno risorse da investire, in personale, macchinari e per la prevenzione. Ricordiamo alla Regione che Città di Castello è la quarta città dell’Umbria in ambito demografico e territorio di confine regionale; va da sé che bisognerebbe investire su questo ospedale invece di depredarlo (dato che dobbiamo guardare oltre all’efficienza delle prestazioni anche i relativi bilanci).” Per queste motivazioni Grasselli, Gennari e Tanzi chiedono nell’interrogazione a sindaco e giunta, “se è intenzione dell’A.S.L. Umbria 1 indire i concorsi per la copertura delle figure mancanti , già autorizzati a livello regionale (ricordando che a Gubbio il primario di ginecologia è già stato nominato pur avendo meno parti di Città di Castello. Chiedono infine “un incontro con i vertici istituzionali della Regione in tema di Sanità assieme al Direttore Regionale e Direttore Sanitario A.s.l. Umbria 1 con il Consiglio Comunale di Città di Castello”.