Città di Castello – Interrogazione del consigliere comunale, Valerio Mancini (Lega) Manutenzione e pulizia torrente “Cavaione”: interrogazione del consigliere comunale, Valerio Mancini (Lega). “Considerato che il Torrente Cavaione da percorso verde è diventato ormai una fogna a cielo aperto;
Visto che, dietro sollecitazioni dei cittadini del luogo, è stato effettuato un sopralluogo dal quale sono risultate evidenti le pessime condizioni del Torrente Cavaione in prossimità dell’abitati delle Graticole, tra via Cadibona, via Gherardi e via del Salaiolo; dato che gli abitanti della zona lamentano in modo particolare che da diversi anni risulta rotto il collettore fognario che raccoglie le acque nere della zona, per convogliarle verso il depuratore, scaricando direttamente nel torrente; Preso atto che, oltre che cattivi odori, si riscontra anche anche la presenza di fauna propria delle fognature, in netto contrasto con un ambiente fluviale recentemente riconquistato da animali selvatici, quali anatre, germani, qualche airone e pesci che risalgono dal Tevere; la situazione rappresenta anche un problema dal punto di vista sanitario; Considerato che il Torrente Cavaione, come la Scatorbia, e il Vaschi, sono stati identificati dal PUMS come aste e percorsi naturalistici che, partendo dal sentiero ciclopedonale del Tevere, permettono di percorrere i torrenti, in un contesto ambientale da conservare e promuovere, caratterizzato da attraversamenti dei quartieri a nord della città verso le colline di Userna, Belvedere e Fontecchio”. Per queste motivazioni, il consigliere mancini interroga la giunta “per sapere se è previsto un tempestivo intervento, al fine di eliminare il problema, sostituendo i pochi metri di tubatura del collettore danneggiati, ed evitando così il perdurare dell’inquinamento del torrente; Se è stato valutato di autorizzare e progettare nuovi sistemi, più naturali per i collettori fognari, evitando di trasformare i torrenti in canali cementificati, veri responsabili di esondazioni, ma soprattutto perché alcuni di questi torrenti sono classificati con un rischio alto nel Piano dell’assetto idrogeologico; se si prevedere di completare i pochi tratti residui rimasti di sentiero lungo le aste dei torrenti, dotandoli di adeguata segnalazione e cartellonistica e provvedendo a una ripulitura dolce e conservativa delle sponde, veri argini naturali al dissesto idrogeologico”, conclude Mancini.