Mercoledì 6 marzo, nella centralissima piazza Guido Monaco di Arezzo, l’allevatore 28nne
Matteo Contena ha scaricato la carcassa di una sua pecora predata da un lupo. Contena
ha un gregge di pecore nel limitrofo territorio di Ponticino – nei pressi del campo sportivo,
a meno di un chilometro dal centro del paese – e nello scorso agosto aveva subito un’altra
predazione, perdendo ben 17 capi.
In entrambi i casi a nulla è servita la recinzione del
terreno in cui erano custoditi gli ovini, la presenza del suo grosso cane da pastore del
Caucaso e neppure la sua. “Sto sempre con il mio gregge ma mi ero dovuto allontanare
per circa mezz’ora e proprio in quel lasso di tempo c’è stato l’attacco. Evidentemente i lupi
erano nascosti nel vicino boschetto e aspettavano l’occasione propizia. Ma non hanno
ormai nessuna paura dell’uomo” – ha spiegato l’allevatore – “Con il mio gesto ho voluto
difendere il mio lavoro e quello di altri, gli attacchi dei lupi sono continui, il pastore mio
vicino, a un paio di chilometri da me, è disperato e continua a perdere capi nonostante la
sua presenza e i cani. È una situazione insostenibile, così non si può andare avanti, ho
lanciato più volte un allarme, ma non è cambiato nulla, nessuno ha fatto niente”. A seguito
dello scarico dei resti della pecora sulla strada, in cui si erano radunati molti cittadini, sono
intervenuti i carabinieri – pur gentilissimi, come ha ammesso Matteo Contena – e poi i vigili
urbani, che poi hanno denunciato l’allevatore. La carcassa è poi stata rimossa dagli
operatori ecologici di Sei Toscana.
A proposito delle autorità nazionali e locali, non si spiega il motivo per cui non vengono
presi provvedimenti per diminuire drasticamente l’infestazione di lupi in un territorio
fortemente antropizzato come quello italiano. Le altre nazioni europee lo fanno, in virtù
delle deroghe consentite dall’art. 16 della Direttiva Habitat, normativa europea a
protezione del lupo, ma l’Italia che pure le ha adottate invece no, quindi si vive assediati
dai lupi, letteralmente a ogni ora del giorno e della notte, sotto casa e intorno agli
allevamenti. Nonostante la custodia di pastori e cani, i lupi aspettano l’occasione giusta e
poi attuano quello che sanno fare meglio, ossia predare gli animali più facili da uccidere. È
un po’ come avere dei ladri accampati intorno alla propria abitazione, basta un attimo in
cui ci si dimentica una finestra socchiusa e il danno è fatto. La differenza è che con i ladri
umani le forze dell’ordine possono arrestare e mandare a processo con detenzione,
mentre con i lupi non si può intervenire, vengono lasciati liberi e continuano quindi le loro
predazioni come se nulla fosse.
L’apparente assurdità è che le forze dell’ordine, in particolare i Carabinieri Forestali che
intervengono in tali casi, sono inseriti nei progetti pro lupi, essendo parte integrante del
progetto europeo “Life Wolfalps”, che stanzia ed eroga pure a loro una parte dei milioni di
euro pubblici per quello che di fatto è il consolidamento delle popolazioni di lupi, che ormai
si verifica persino nelle aree antropizzate.
Quindi se un allevatore esasperato dovesse commettere l’errore di farsi giustizia da solo,
verrebbe condannato penalmente. Non solo, si ritroverebbe a dover dare i propri soldi
anche alle associazioni animaliste, perché forse non tutti sanno che lo Stato ha consentito
a queste di costituirsi come parte civile nei procedimenti penali che riguardano i reati
contro gli animali. Associazioni animaliste che non solo percepiscono denaro pubblico dai
fondi nazionali o comunitari per fare il lavaggio del cervello alle persone e convincerle che
avere lupi dappertutto è un vantaggio (secondo loro…), ma attingono anche da quei privati
esasperati dalla situazione e che commettono degli errori cercando di tutelare loro, le famiglie e tutto il comparto. Con i ricavati poi finanziano le campagne per boicottare gli allevamenti di ovini, in modo
particolare prima della Pasqua. L’allevatore Matteo Contena è un giovane per bene, che lavora duramente per portare il cibo in tavola alle persone, ma lo Stato evidentemente è contro di lui e gli altri, quindi,
dopo l’ennesima predazione ha chiesto aiuto ai nostri concittadini, compiendo un gesto importante e coraggioso per manifestare la sua situazione e il generale disagio
e danno. Deporre per una giustificata protesta nel centro di Arezzo la carcassa di una
pecora dilaniata da un lupo può sembrare eccessivo, ma cosa avrebbe dovuto fare? Fare
come nel resto d’Europa, dove gli allevatori fanno atti ben più eclatanti? Però da noi
sarebbe stato denunciato. Tutto questo adesso è nelle mani della magistratura,
auspichiamo che si abbia il coraggio di fare giustizia, perché l’innocenza di Matteo
Contena è chiara a tutti quelli che hanno cuore e cervello. Noi continueremo ad aiutare
Matteo in tutte le sedi possibili, perché sono migliaia gli allevatori piagati dalle predazioni
dei lupi, ma nessuno ha avuto il coraggio di questo nostro concittadino.
Disse il grande presidente della Repubblica Sandro Pertini ai giovani: “Lottate con
fermezza, perché lottate in questo modo per il vostro domani e per il vostro avvenire”.
La solidarietà a Matteo Contena
Il coraggioso e giusto gesto di Matteo Contena ha suscitato subito concreta solidarietà e
supporto da parte non solo della gente e degli allevatori, ma anche quella del “Comitato
Emergenza Lupo – Arezzo” che si è messo a disposizione del coraggioso allevatore,
dell’Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente e della Vita Rurali, che ha messo a
disposizione il suo ufficio stampa, dell’europarlamentare Pietro Fiocchi che ha offerto
anche il supporto del proprio ufficio legale e dell’assessore all’Agricoltura Alberto Ricci che
ha garantito tutto l’appoggio possibile da parte dell’amministrazione comunale di Laterina
Pergine Valdarno. Tutti si sono mossi immediatamente. Nella vicenda si sono evidenziate
solo quattro “sparizioni”: quella del lupo o lupi che hanno compiuto le predazioni, e questo
è ovvio. Ma meno ovvia è stata finora la latitanza delle associazioni di categoria, ossia Cia,
Coldiretti e Confagricoltura. Così ha ammesso Matteo Contena: “Non si è fatta viva
nessuna di queste, chissà, magari non ne hanno saputo nulla? Mi sembra un po’ strano. Sono scomparsi proprio come il lupo che ha attaccato il mio gregge. Mi aspettavo che mi dessero un po’ disupporto o prendere le mie parti, invece niente, e dire che pago la
quota associativa…” L’assessore all’Agricoltura Alberto Ricci, che è anche allevatore dibovini, ha invece dichiarato: “Ho espresso a Matteo Contena la mia solidarietà e dell’intera amministrazione comunale, non
faccio un processo contro i lupi maè certo che non ci sia un’equità, si dice sempre poverino il lupo e mai
poverina la pecora. Tutti i giorni i nostri allevatori devono difendersi dai lupi, e già devono combattere
con la difficile situazione
economica del settore. Certamente il lupo è una specie che dev’essere gestita nel
numero, anche con l’abbattimento come prevede la Direttiva Habitat, poiché la Toscana è
ormai la regione italiana con il maggior numero di lupi. Certamente questa mia posizione
porterà a molte critiche…e probabilmente qualche associazione di categoria tende a stare
lontana dalle critiche. Inoltre gli allevatori, specie di pecore, nella provincia di Arezzo sono
diminuiti molto e questo forse influisce in seno alle associazioni deputate “.
Come si è svolto l’attacco?
Matteo Contena si trovava come al solito con le pecore nel suo terreno, quando si è
dovuto assentare per circa mezz’ora. Con il bestiame è però rimasto il cane da protezione,
un grosso, potente e già esperto cane pastore del Caucaso da lavoro. Al ritorno poco
prima delle 17 Contena ha trovato la pecora di circa 60 kg uccisa a poche decine di metri
dalla stalla e dal recinto. Il cane non ha potuto nulla per salvarla poiché il lupo con ogni
probabilità non era uno, ma diversi, cosa dimostrata dal fatto che era stata divorata una
quindicina di kg di carne, troppa per qualsiasi singolo lupo (normalmente mangiano 3 kg,
massimo 5 di carne in un pasto). Evidentemente il cane ha avuto la saggezza di non
attaccarli, ma è tuttora scosso dal fatto. Contena ne ha visto uno prima che scomparisse
nel vicino bosco, nero, probabilmente un ibrido, grande addirittura quanto il cane. Lo ha
visto subito dopo avere messo al sicuro in stalla il gregge. Il lupo o un altro, era ormai
quasi buio, ha avuto la sfacciataggine nel frattempo di tornare e portarsi via pezzi
dell’intestino della pecora rimasti lì, anche se il pastore era vicino. “Ormai non hanno
nessuna paura dell’uomo”, ha detto Contena, che alle 17,30 aveva già portato per protesta
la carcassa in piazza Guido Monaco ad Arezzo.
Lupo in Italia in pericolo, la grande menzogna di ambientalisti e animalisti
Il numero di lupi anche in Europa è aumentato notevolmente (più del 1.800%), tanto che
l’Unione Europea ne sta valutando un declassamento del suo status, da specie
particolarmente protetta a specie protetta. La nazione europea con più lupi è proprio
l’Italia, che ne ha ormai (dal 1971 a oggi aumentato di oltre il 3.300%) più della
Romania e della Spagna. Alla Convention on the conservation of european wildlife and
natural habitats della fine del 2022 fu presentato lo studio Assessment of the conservation
status of the Wolf (Canis lupus) in Europe, redatto anche con il contributo del noto prof.
Luigi Boitani, in cui si riporta la presenza in Italia di una media di 3.307 lupi (forchetta
2945-3608), ma in crescita e sottolineando che si trattava di un rilevamento del 2020-21,
fatto inoltre solo su una parte dell’area conosciuta del lupo. Lo stesso studio cita per la
tanto declamata Romania, con spazi selvaggi immensi, una forchetta tra 2.500-3.000 lupi
e per la Spagna il dato ultimo conosciuto è di circa 2.000-2.500 lupi. Per rendere meglio
l’idea di cosa significhi – sempre basandosi sulle cifre fornite dallo studio succitato –, la
pur più antropizzata Italia con i suoi 3.307 lupi stimati mediamente, ne ha più di, sommati:
Albania (250), Austria (56), Belgio (9), Croazia (163), Repubblica Ceca (100), Danimarca
(14), Estonia (240), Finlandia (290), Francia (783), Germania (423 adulti), Ungheria (100),
Paesi Bassi (15), Norvegia (52, più una 70ina a cavallo con Svezia, Finlandia, Russia),
Portogallo (200), Slovenia (138), Svezia (460, una parte a cavallo con la Norvegia),
Svizzera (153).
La stessa presidente della Commissione Europea Von der Leyen – rinsavita dopo che un
lupo le aveva ucciso il suo pony preferito – nel settembre 2023 aveva esortato gli stati ad
applicare le deroghe: “La concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee è
diventata un pericolo reale per il bestiame e potenzialmente anche per gli esseri umani.
Esorto le autorità locali e nazionali a intervenire ove necessario. In effetti, l’attuale
legislazione dell’UE consente già di farlo”.
(https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_23_4330)
Il lupo e altri predatori devono naturalmente essere presenti in natura, ma se il loro
numero è eccessivo deve essere gestito, anche con abbattimenti effettuati non dai
cacciatori, ma da apposito personale delle istituzioni. Lo stesso vale nel caso di esemplari
eccessivamente dannosi, problematici e pericolosi per la pubblica incolumità, come del
resto previsto dall’art. 16 della Direttiva Habitat adottata in Europa, Italia inclusa.
Ricordiamo che nel periodo 2022-23 la lupa (pura, poi catturata) di Vasto in totale attaccò
in diverse occasioni ben 15 volte gli esseri umani, mandando in ospedale 13 persone,
inclusi tre bambini dai 4 agli 11 anni. Altri casi si erano verificati in precedenza a Giaveno e
Otranto.
Le pecore di Matteo
“Sventurata la terra che ha bisogno di eroi” (Bertolt Brecht)
Comitato “Emergenza lupo – Arezzo”