AREZZO – “Facciamo appello a Giani affinché rispedisca al mittente la proposta e trovi le risorse pubbliche con l’aiuto del Governo” È dallo scorso novembre che l’idea di utilizzare capitali privati per la ristrutturazione dell’ospedale San Donato aleggia nell’aria: prima Giannotti, poi Tanti, poi Ghinelli hanno a più riprese lanciato questo messaggio fino a che sindaco e vicesindaco hanno annunciato addirittura
un “progetto pubblico-privato” per realizzare i lavori di ammodernamento.
A prescindere dal fatto che almeno da Ghinelli e Tanti la città e il Consiglio Comunale attendono spiegazioni, manifestiamo fin da ora forte contrarietà a questa forma di privatizzazione del servizio sanitario pubblico e in particolare del più importante luogo di ricovero della provincia. Se un privato, infatti, è disposto a investire il 47% delle risorse necessarie è ovvio che vorrà essere remunerato. I modi possono essere diversi, dall’appalto di alcuni servizi a forme di affitto e leasing dei nuovi spazi realizzati. In ogni caso, l’ospedale dovrà condizionare la sua attività, la professionalità dei suoi operatori, le
risposte ai cittadini, alla necessità di produrre utili per l’investitore mentre l’azienda sanitaria perderà la piena disponibilità dei servizi e della struttura e dovrà distogliere importanti somme dalla finalità principale di tutela della salute.
Operazioni di questo tipo sono già state fatte in Toscana e in altre regioni ma gli effetti che hanno prodotto sul servizio sanitario pubblico o non sono stati documentati o, se documentati, sono
preoccupanti. Ci auguriamo dunque vivamente che il presidente Giani non
si affidi a questa soluzione. Riteniamo anche necessaria la mobilitazione delle forze politiche, del
sindacato, delle organizzazioni sociali, di tutti coloro che hanno a cuore il tema per contrastare questa proposta, rilanciare la richiesta di un cambiamento delle politiche sulla sanità e ottenere adeguati
finanziamenti pubblici nazionali e regionali. Infine due punti per una riflessione complessiva sulla rete ospedaliera della Asl Toscana sud-est: attraverso gli strumenti della programmazione
regionale e locale occorre definire in modo chiaro il ruolo e i compiti degli ospedali zonali e del San Donato restituendo quest’ultimo a una funzione strategica che rischia di appannarsi. Inoltre, molte delle difficoltà che si manifestano derivano da una mancanza di risposte della sanità territoriale che attende un adeguato potenziamento e una seria riorganizzazione.