E’ il bollettino di una dèbacle, quello che ha diffuso oggi Istat (1) in occasione della giornata mondiale dell’acqua. Una dèbacle che fa venire molti dubbi su qualità e capacità di chi è preposto all’erogazione del servizio. Referendum su acqua pubblica e/o privata, a parte i risultati (tutto pro-pubblica) che si sapeva già in partenza che non avrebbero potuto essere applicati in virtù delle direttive comunitarie… referendum che hanno alimentato un intenso confronto di opinioni e politiche che, invece di far crescere qualità e responsabilità, hanno solo confermato una costante dèbacle che negli anni non cambia.
Due solo le cifre che ci dicono tutto: il 42% delle risorse idriche disperse dai Comuni, e il quasi 30% delle famiglie che non si fidano a consumare acqua dal rubinetto, con punte che in alcune regioni superano il 50%… cioè la metà degli importi delle bollette pagate non servono a soddisfare il bisogno primario degli individui, bere acqua, con più dell’80% delle persone che consumano invece acqua minerale. Se si prestasse all’acqua la medesima attenzione prestata per il cosiddetto made in Italy (e l’acqua è proprio made in Italy), forse si farebbero risparmiare agli italiani tanti di quei soldi che, affrontare l’inflazione, sarebbe più semplice.
Sembra però che questo made in Italy non sia interessante per chi ci governa e amministra. Crediamo invece che, nel nostro comunque privilegio che abbiamo rispetto a tante altre regioni del Pianeta, l’emergenza acqua sia tutt’altro che da sottovalutare.
1 – https://www.istat.it/it/archivio/295260
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc