Legalizzazione cannabis. Informazione e battaglie. 2023 e 2024 e l’autofinanziamento

Il 2023 si chiude con un solo grande auspicio: aver posto le basi per una battaglia parlamentare e nel Paese per discutere e far approvare la proposta di legge d’iniziativa popolare che è partita lo scorso 7 dicembre: decriminalizzazione cannabis per uso personale, creare Cannabis Social Club e legalizzazione coltivazione domestica per uso personale.

Le firme le raccogliamo – Aduc con tante altre associazioni – online con lo spid: siamo vicini a quota 30mila e dobbiamo arrivare almeno a 50 mila entro maggio (1). Raccolte le firme è solo l’avvio della seconda fase, la più difficile, perché il Parlamento metta all’ordine del giorno la discussione di questa legge. Poi c’è l’approvazione e, siccome 2+2 fa 4, stante l’attuale clima parlamentare, sarà difficile.
Il nostro Parlamento sta vivendo un clima di ripicca nei confronti delle passate maggioranze che – a nostro avviso a torto – vengono giudicate di sinistra, permissive quanto lassiste… tanto che – 2023-2024 – stiamo qui a raccogliere le firme per una proposta di legge e pochi anni fa, il presidente e la maggioranza riformista della Corte Costituzionale (giudicati per l’appunto di sinistra) non hanno consentito la tenuta di un referendum abrogativo… sicuramente più dinamico e risolutivo che non un progetto di legge. La legalizzazione della cannabis non è questione di destra o di sinistra, di permissivismo o di buona educazione per se stessi e l’ordine pubblico.. è SOLO questione di diritto. Uno sguardo al resto del mondo dove le legalizzazioni sono realtà in essere e in divenire, ci indica che destra/sinistra quanto riformatori/conservatori non sono categorie discriminanti per una legislazione non-proibizionista. La sola discriminante è la realtà: legalizzazione significa ordine e sicurezza pubblica, salute, business, fiscalità pubblica, emarginazione della specifica delinquenza, educazione… insomma civiltà! E dopo un 2023 in cui abbiamo informato (Aduc col suo quotidiano [2] e la newsletter settimanale [3]) sui disastri del proibizionismo e le prospettive della legalizzazione, il 2024 dobbiamo far conquistare a questa battaglia un posto centrale per il dibattito in merito.
Molti contrari (più per pigrizia di guardare oltre il proprio naso, ignoranza e partito preso) insisteranno con una lotta alla droga basata su divieti, discutendo (quando lo faranno) più sulle ricadute negative dei consumi individuali (le overdose ci sono anche per chi beve troppa birra) che non sul possibile superamento delle negatività dei consumi collettivi: malavita organizzata, delinquenza diffusa, salute e mercati neri. Per farlo Aduc ha bisogno di continuare ad esserci e migliorare. E’ noto che siamo autofinanziati, contrari ad ogni forma di finanziamento pubblico. Chi ha scelto di leggerci deve decidere se finanziare e, di conseguenza, investire per una nuova legislazione sulla cannabis, sapendo anche che, con lo sesso metodo, continueremo per tutte le droghe. Siamo folli e pretendiamo troppo e, di conseguenza, roviniamo anche l’attuale possibile? No, Su cannabis e non solo, abbiamo come modello la Svizzera, il Canada, gli Usa, il Portogallo… la lista è lunga e crediamo di esserci spiegati.
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Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc

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