Due cani di razza pitbull hanno ucciso un bimbo di 15 mesi a Eboli. Fuggiti da dove erano rinchiusi, non è ancora chiaro in quali condizioni, hanno aggredito il bimbo che non conoscevano. La vicenda ha scatenato diverse reazioni, alimentate anche da risvolti mediatici in cerca di sensazionalismo, quasi sempre negative ed estreme nei confronti della specifica razza e dei cani più in generale.
C’è una cosa che buona parte degli umani sembra non comprendere: tutti i cani sono uguali nella loro diversità, di razza e di indole individuale. Anche i pitbull. Il cane può essere aggressivo o meno e questo dipende quasi esclusivamente dal suo padrone. Certamente, se si ha a che fare con un barboncino nano è diverso dall’avere a che fare con un pitbull, ma possono essere entrambi aggressivi o dolci. Nel primo caso – aggressivo – il barboncino morde come il pitbull, solo che i denti e la forza della stazza del barboncino sono molto diversi da quelli del pitbull. Nel secondo caso – dolce – entrambi sono come i cani che vediamo nei film e nei cartoni animati e nella maggior parte delle famiglie che ne possiedono uno: fedeli, attenti e premurosi, quanto spesso indispensabili, amici. Tutto dipende dal padrone, come lo ha istruito, come lo tratta, come lo fa partecipare alla vita della famiglia. Non è un caso, per esempio, che alcune legislazioni più avanzate e consapevoli (esempio quella della Regione Toscana dello scorso dicembre – 1) vietano di legare alla catena il proprio cane. Non perché il cane non debba essere portato al guinzaglio o, nel caso con la museruola, ma non deve trascorrere la propria vita legato. Il pitbull, razza creata come derivazione da “combattimento” dell’American Staffordshire terrier (il classico cane da famiglia che si trova nelle famiglie soprattutto americane), è una vittima degli umani. Creata per soddisfare, non solo con pitbull, istinti sanguinari ed assassini che hanno caratterizzato, e spesso continuano anche oggi, la vita di molti umani. Documentazione in materia ce n’è molta per chi vuole approfondire. Ma una cosa è certa: la responsabilità di tragedie ed episodi incresciosi è sempre degli umani. E’ come avere dei coltelli in casa: con essi si può uccidere il proprio vicino o gli si possono preparare dei manicaretti da offrirgli, dipende da come si usano questi coltelli. Il cane non è un coltello? Certo. L’uso del coltello dipende esclusivamente dall’umano, L’uso del cane dipende dall’umano e dal cane stesso, dove quest’ultimo non è mai un oggetto. Ogni volta che succedono tragedie come quella di Eboli, dobbiamo sempre domandarci e verificare la nostra responsabilità.
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Adu