Lo scopo di porre le croci nei campi di grano, era quello di proteggere le colture dalle avversità atmosferiche, cercando così di propiziare un buon raccolto Il 3 di maggio cade il giorno di Santa Croce cioè quello in cui, nel vecchio calendario romano, dei propri campi coltivati per invocare la protezione dalle intemperie si celebrava la Inventio Sanctae Crucis o meglio il ritrovamento, nel 628, della croce sulla quale era stato crocifisso Gesù, riconsegnata dai persiani all’imperatore bizantino Eraclio.
Una delle antiche tradizioni contadine del Centro e del Sud Italia, in occasione della Festa della Santa Croce (3 di maggio), era quella di piantare alcune croci realizzate con semplici canne, alle cui tre estremità venivano fissati dei ramoscelli di ulivo benedetti la Domenica della Palme. Lo scopo di questo antico rituale era quello di proteggere le colture e, in particolare, il grano, dai temporali e dalle grandinate, per propiziare così un buon raccolto. Una di tali croci, a fine stagione, veniva poi fissata in cima alla cosiddetta “barca” costruita sull’aia con i covoni, in attesa della battitura (trebbiatura). Terminata quest’ultima, le croci, erano infine collocate sopra i pagliai. La tradizione si rifaceva ad un preciso fatto liturgico, infatti, prima del Concilio Vaticano II, il 3 di maggio si ricordava l’Inventio Santae Cruci, ovvero il leggendario ritrovamento di quella che era considerata la vera Croce su cui morì Gesù e che avvenne nel 326 d.c., per merito di S.Elena, madre dell’imperatore Costantino. Per questo motivo, ogni 3 di maggio (giorno di Santa Croce), i contadini presero come usanza il piantare negli orti e nei campi coltivati croci fatte di canne con i tre ramoscelli di ulivo.Quest’usanza di porre le croci nei campi di grano può apparire una forma di supertistizione, ma occorre considerare che per il contadino di allora che poteva perdere in pochi minuti, mesi e mesi di lavoro anche solo per una grandinata improvvisa o un violento temporale, era abbastanza logico affidarsi, quale extrema ratio, alla protezione divina. Il mese di maggio infatti è il periodo dell’anno più pericoloso per le colture: il seme non è più al sicuro sotto terra, le piantine sono germogliate e verdi, svettanti nei campi. Le spighe cominciano a formarsi ma non sono ancora mature per il raccolto. Bastano alcune condizioni atmosferiche avverse per danneggiarle irreparabilmente. . Con una semplice canna crea la croce dove all’interno posizione un ramoscello di ulivo benedetto, una piccola parte di candela benedetta il 2 febbraio (S. Candelora) e una foglia di giglio benedetto la domenica precedente al 3 maggio. Con questo gesto simbolico si ricorda così a tutti che, in tempi ben più duri di quelli di oggi, poter beneficiare del raccolto in tutte le sue parti, dal frumento alla paglia, era garanzia di sopravvivenza per intere famiglie.