Impollinazione indispensabile. Un olio per proteggere le api

Con o senza api. L’iniziativa di rimuovere dagli scaffali dei supermercati frutta e verdura la cui coltivazione dipende dall’attività delle api, o meglio, dagli insetti impollinatori, e’ stata promossa dalla Whole Foods Market, una società specializzata in prodotti biologici, che ha reso visibile ai consumatori quello che succederebbe se questi insetti scomparissero: metà dei prodotti ortofrutticoli non sarebbe presente sulle mensole dei negozi.

In Europa 4000 tipi di frutta e verdura esistono grazie agli impollinatori. Il 90% delle specie selvatiche da fiore e il 75% delle principali colture agrarie beneficiano dell’impollinazione degli animali.
Volteggiando di fiore in fiore questi insetti consentono la fecondazione delle piante dalla quale ricaviamo i prodotti che troviamo sulle nostre tavole. L’impollinatore per eccellenza è l’ape, (ne esistono 20mila specie), ma ci sono anche farfalle, falene notturne, vespe, coleotteri, et cetera. Una particolare tipologia di impollinazione è effettuata dal bombo che con il ronzio fa vibrare il fiore consentendo la dispersione del polline.
Secondo l’International Union for Conservation of Nature, il 9% circa delle specie di api e farfalle è a rischio estinzione in Europa. Le cause sono diverse, ricorda l’Istituto Mario Negri: agricoltura intensiva e un differente utilizzo del suolo, impiego di pesticidi e altre sostanze inquinanti, cambiamenti climatici, specie alloctone invasive e patogene.
I pesticidi, e in generale i metodi di controllo degli insetti infestanti, pongono da sempre un dilemma agli agricoltori: da un lato servono per proteggere le piante, dall’altro creano grossi problemi agli insetti impollinatori che sono utili e vanno protetti. Gli attuali sforzi per ridurre l’uso di pesticidi chimici implicano approcci sinergici: cultivar di colture resistenti, controllo biologico naturale, monitoraggio e insetti predatori.
Anche le piante attivano strategie difensive contro i parassiti elaborando sostanze tossiche, repellenti o ponendosi in simbiosi con insetti predatori che si nutrono di quelli dannosi per la pianta stessa.
Alcune hanno attivato un sistema che consente di eliminare o, quantomeno limitare, i danni provocati dai parassiti producendo un olio vischioso che li intrappola e neutralizza. Questa sostanza appiccicosa è prodotta dai tricomi ghiandolari, minuscole estroflessioni delle cellule epidermiche (piccoli peli), la cui estremità è collosa.
Uno studio pubblicato sulla rivista della National Academy of Sciences (Usa), illustra la ricerca di un gruppo di ricercatori dell’Università di Wageningen (Olanda) che ha sperimentato una tecnica che ha riprodotto il meccanismo biologico dei tricomi ghiandolari ottenendo l’olio viscoso, successivamente spruzzato sulle foglie. Le particelle adesive dell’olio, svolgono la funzione di un “pesticida” senza esserlo e sono risultate efficaci anche giorni dopo l’irrorazione. In questo modo le piante sono difese dai parassiti e viene meno la necessità di usare pesticidi a tutto vantaggio degli insetti impollinatori.
In sintesi, è stato messo a punto un metodo per proteggere le piante senza danneggiare gli impollinatori, utilizzando un olio ispirato al mondo della natura che cattura solo gli insetti infestanti e consente ad api, bombi e vespe di svolgere l’indispensabile attività di impollinazione.

(Articolo pubblicato sul quotidiano LaRagione del 4 Giugno 2024)

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