MOSTRO DI FIRENZE – Il 30 luglio 1984 i fiorentini scoprono che l’assassino ha colpito ancora ma non lo apprendono dai giornali che non hanno potuto pubblicare la notizia Tra gli omicidi del cosiddetto Mostro di Firenze è forse quello più conosciuto perché Pia Rontini e Claudio Stefanacci sono rimasti nell’immaginario collettivo come una coppia di giovani, 18 anni lei e 21 lui, conosciuti e amati da tutti. A mantenere viva la memoria dei due fidanzati sarebbe poi stato il padre di Pia, Renzo Rontini, che ai due ha dedicati anche un ricordo tangibile realizzando sul luogo dell’omicidio un altare per la preghiera.
La notte del 29 luglio del 1984 a Vicchio di Mugello in località Boschetta la Beretta calibro 22 viene usata per uccidere Pia e Claudio, raggiunti anche da alcune coltellate. Un duplice omicidio nel quale l’assassino si accanisce sul corpo della giovane, mutilandolo. I fiorentini apprenderanno dell’accaduto il 30 luglio ma non dai giornali che non avevano fatto in tempo a raccontare il settimo duplice omicidio. Le notizie, frammentarie, arrivano dopo il ritrovamento della panda celeste ed andranno a comporre l’ennesimo puzzle senza un colpevole. la memoria resta viva grazie ad una attenzione mai venuta meno da parte dell’opinione pubblica, a testimoniarlo sono i tanti messaggi lasciati nelle ultime 24 ore sul Gruppo Facebook che commenta le vicende del mostro. A ricordare i ragazzi di Vicchio è stato anche il regista Angelo Marotta autore di inchieste sui fatti di cronaca nera che hanno insanguinato la Toscana, che ha così commentato “36 anni fa, per mano del Mostro di Firenze, persero la vita Claudio Stefanacci, studente universitario di 21 anni, e Pia Gilda Rontini di 18 anni; famosa la frase del Papà di Pia, Renzo Rontini: Claudio e Pia avevano solo una colpa… quella di volersi bene. Io li voglio ricordare così, riposate in pace. Ai vivi si deve rispetto, ai morti solo la verità”