Arezzo la mostra dedicata all’artista milanese, tra grafica, fumetto e street art Il percorso espositivo, nell’ambito della 3/a edizione dell’Estate in Fortezza, sarà visitabile fino al 23 agosto Continua fino al 23 agosto “Willow: perso nel giallo del vento”: alla Fortezza Medicea di Arezzo l’arte contemporanea mutuata dalla strada nella mostra dedicata all’artista milanese Willow – al secolo Filippo Bruno – tra grafica, fumetto e street art.
L’iniziativa, nell’ambito del programma dell’Estate in Fortezza, nasce su proposta di ForKunst, con il patrocinio di Comune di Arezzo e Fondazione Guido d’Arezzo, la curatela del critico Fabio Migliorati e il contributo di soggetti tecnici come Cosmos Servizi. La pittura di Willow ad Arezzo, una sorta di “codice metropolitano rivisitato in senso naturalistico”, mette lo stile tipico del graffito milanese in dialogo con la struttura della Fortezza, punteggiando sottarchi, svasature, corridoi e camminamenti. Prestandosi a confermare ma anche a correggere e sconfiggere lo spettro iconografico del cliché, rinnovato dalla contaminazione, Willow fa un lavoro che pare un linguaggio più giovane di ciò che in realtà è, tramite una delicatezza sospinta all’eleganza e tramite una ritmica del colore tutta da pregustare, senza tentare subito di farla propria. In occasione della mostra, come per gli anni passati, l’ingresso alla Fortezza è a pagamento: 8€ intero / 4€ over 65 anni – soci Fai – soci Coop – da 14 a 26 anni – residenti nel comune di Arezzo / 18€ biglietto famiglia / gratuito minori di 14 anni – giornalisti – guide turistiche – professori con scolaresca. Una volta terminata la mostra e in assenza di ulteriori eventi l’accesso in Fortezza tornerà gratuito per i residenti nel comune di Arezzo. Con una formazione da fumettista, Willow collabora con produttive in tutto il mondo, sempre a metà fra l’illustrazione e il design. In questo senso, il suo percorso espressivo si fa tanto stilemico quanto pragmatico; segue codici e dettami del gusto postmoderno, ma diventa presto fautore di una guida più libera della vicenda storica contemporanea, quella fatta di contaminazioni interpersonali, trasversali, extratestuali. La sua matrice creativa diviene quasi più ascolto, impostazione, che lettura, imposizione socioculturale: pittura come traccia sociale nell’iconografia del fumetto, ma, più e meglio, nel senso largo del testo, del riassumere senza farlo, in una dimensione narrativa di codici liquidi e simbolici insieme, insomma edificando, quasi nobilitando una certa memoria “Arts and Crafts” della trasduzione più attuale.
Fondazione Guido d’Arezzo