Il 29 Settembre ci sono state le elezioni per scegliere 7 presidenti di Provincia, 41 Consigli provinciali e 486 consiglieri provinciali (1). Le elezioni provinciali? Ma le province non erano state abolite? NO. Sono state ridimensionate le loro funzioni (2) e i rappresentanti (legge 56/14) sono scelti da sindaci e consiglieri comunali delle rispettive province, in rappresentanza di oltre 17 milioni e 840 mila elettori.
Fin qui una notizia che potrebbe lasciare perplesso il cosiddetto elettore medio che – non crediamo di essere “strani” – aveva dato per scontato che questi enti non ci fossero più. Ma questa è la realtà e, sotto certi aspetti amministrativi, può darsi che abbia valore e funzione. Ma c’è un “MA” “grosso quanto una casa”: a votare si sono recati poco meno del 70% degli aventi diritto. Quindi, poco più del 30% di Sindaci e consiglieri che abbiamo eletto, non sono andati a votare con questo sistema elettorale di secondo livello. Già queste elezioni sono strane, visto che conosciamo già come la pensano gli elettori (sono già nei Comuni in rappresentanza di questo o quell’altro partito)… ma che, con tanto di mandato e soldi che percepiscono per svolgere lo stesso, non vadano a votare… Ohibò! , succede in tutte le assemblee che gli eletti non siano sempre presenti alle elezioni durante l’attività istituzionale (Parlamento, consigli comunali e regionali, etc), ma nel nostro caso, oltre a colpire la percentuale degli assenti (30: che se al Parlamento o nei consigli regionali fosse tale, ci sarebbe un certo allarme), stiamo parlando non dell’attività interna di un’assemblea, ma della formazione della stessa. Beh, dirà il solito giustificazionista, non è così anche per le percentuali di chi vota Parlamento e consigli regionali? No! Non è così. Perché qui non sono i comuni cittadini (dove ognuno rappresenta se stesso) che vanno a votare, ma persone che hanno un mandato di rappresentanza non da chi li ha eletti ma per tutto il corpo elettorale. Certo, pochi prendono in considerazione province ed elezioni delle stesse (i media danno le notizie probabilmente per assolvere al loro dovere di informazione istituzionale visto che le istituzioni locali spesso pagano gli stessi media), i cittadini cosiddetti medi non sanno neanche che le province continuano ad esistere.
Ma questo non giustifica che nel meccanismo, e nel perdurare di funzioni ed elezioni delle province, c’è più di qualcosa che non torna, e che contribuisce ad ulteriormente azzoppare i nostri sistemi rappresentativi e incrementare lo spreco di denaro pubblico. Dobbiamo far finta di nulla e continuare a lamentarci che ci sono pochi soldi per la pubblica amministrazione quando, quella che era stata una riforma di semplificazione e risparmio, l’abolizione delle province, oggi continua ad andare avanti in questo modo, con il 30% di coloro che hanno assunto un impegno quando sono stati eletti nei Comuni che contribuiscono al suo degrado?