Contro il diabete Asl Tse in campo con l’Istituto alberghiero “Michelangelo Buonarroti” di Caprese Michelangelo per menù inclusivi l progetto, condotto in collaborazione con la Diabetologia di Arezzo, prevede corsi destinati ai futuri chef per imparare a cucinare piatti bilanciati ma saporiti
Il diabete si sconfigge anche a tavola. Le abitudini e gli stili di vita corretti possono dare una mano a contenere quello che sta assumendo i contorni di una vera e propria epidemia. Da qui il progetto finalizzato a portare in tavola pietanze adeguate imparando a cucinare in modo corretto per le persone con diabete. “La cucina del benessere: come cucinare in modo corretto per il diabete” è il titolo del corso che partirà giovedì 31 ottobre all’Istituto Alberghiero “Michelangelo Buonarroti” di Caprese Michelangelo e che prevede una parte teorica di 2 ore e una parte pratica della durata di 12 ore che si snoderà durante il mese di novembre e che coinvolgerà tre classi, sia per quanto riguarda la preparazione di cocktails che la cucina. A curare la parte teorica è la dr.ssa Anna Ranchelli, medico diabetologo dell’ospedale di Sansepolcro, che spiegherà cosa è il diabete mentre la parte pratica sarà seguita da Rossanina Del Santo, chef qualificata e referente per la gestione della cucina speciale nelle grandi emergenze della Federazione Italiana Cuochi e quindi nella gestione della mensa speciale. Sono circa 537 milioni le persone con diabete nel mondo, di questi quasi la metà non sa di avere il diabete. In Toscana, secondo i dati forniti da ARS, le persone con diabete sono 250.421, di cui 56.326 nella ASL Sudest. Di queste circa 20.000 sono in provincia di Arezzo, di cui 13.000 seguite direttamente dalla UOC Diabetologia e Malattie Metaboliche di Arezzo, diretta dalla dr.ssa Alessia Scatena.
In ASL Toscana Sud Est, per ogni 100.000 abitanti 71.81 risultano affetti da diabete mellito, mentre nella ASL Centro solo 68,03 per 100.000 abitanti e nella Nord Ovest 75,06 per 100.000 abitanti.
«Il diabete sta diventando sempre più una epidemia, da qui l’idea di un corso per tentare di arginare un fenomeno sempre più diffuso coinvolgendo anche la ristorazione dal momento che in futuro saranno sempre di più le persone che accederanno alla ristorazione per scopo ricreativo – spiega la dr.ssa Anna Ranchelli -. È necessario quindi creare dei menù inclusivi tenendo conto di quali possono essere le esigenze del diabete. L’obiettivo del progetto, dunque, è quello di dare gli strumenti ai futuri chef per imparare a cucinare piatti idonei e bilanciati per chi ha il diabete senza rinunciare al sapore».
«Le parole chiave per arginare il diabete – prosegue la dr.ssa Anna Ranchelli – sono inclusività, consapevolezza e prevenzione. Spesso le persone che hanno il diabete non sanno di averlo: si stima che nel mondo siano la metà di chi ha la patologia e sono soprattutto persone che vivono nei paesi in via di sviluppo. Ecco perché le tre parole chiave possono fare la differenza e ridurre gli accessi nei nostri pronto soccorso per problemi e complicanze legati al diabete e garantire una buona qualità di vita per chi ne è affetto».