Il Cavalier Paolo Piovaticci si è spento a Sansepolcro sabato 2 Novembre 2024

Martedì 5 Novembre alle ore 10,30 la funzione a Sansepolcro Si è spento a Sansepolcro sabato 2 Novembre 2024 il Cavalier Paolo Piovaticci. Martedì 5 Novembre alle ore 10,30, nella Cattedrale di Sansepolcro la cerimonia funebre———————————–Si è spento a Sansepolcro sabato 2 Novembre 2024 il Cavalier Paolo Piovaticci

. Martedì 5 Novembre alle ore 10,30, nella Cattedrale di Sansepolcro, si svolgerà la cerimonia funebre. La salma sarà poi trasferita al Cimitero di Sansepolcro nel quale sosterà solo un giorno, prima di partire per il Cimitero del Verano a Roma dove riposerà accanto alla Madre Jolanda e al fratello Guido; è stato una delle voci interiori più potenti a Sansepolcro. Classe 1934, di origini romane, pittore, scrittore, storico, poeta, curatore di eventi culturali in Italia e all’estero, era ben noto per essere il Presidente del centro Culturale Sansepolcro e della Biennale Internazionale del Merletto di Sansepolcro e, più recentemente, componente della Giuria del Concorso di Merletto a Tombolo di Anghiari.“Il Cavalier Piovaticci è stato un punto di riferimento per il merletto della Valtiberina ed è stato vicino alla nostra Associazione nelle tre passate edizioni del concorso – hanno dichiarato le maestre merlettaie dell’Associazione Il Tombolo di Anghiari – Ci ha consigliato, aiutato e indirizzato affinché potessimo ottenere gli splendidi risultati che ci hanno premiato. Ci dispiace che non ci sarà per la quarta edizione, di cui avevamo già parlato e condiviso l’argomento”.Piovaticci ha tenuto conferenze di caratura internazionale in varie città su invito di Regioni, Comuni e Scuole su temi artistici, culturali e dell’artigianato artistico; mezzi di comunicazione nazionali si sono occupati dei suoi lavori pittorici e letterari. Nebulose cosmiche, figure femminili fiabesche che sembrano appartenere a mondi sconosciuti, barche che solcano immaginari oceani, teschi atterrati su sentieri o traghettati da grandi barche, fiori, maschere enigmatiche ed anche cavalli stilizzati che percorrono spazi eterei sono alcuni dei soggetti che appaiono sui suoi quadri, generalmente di grandi dimensioni, realizzati con una tavolozza cromatica raffinata e tenue. Importanza particolare hanno i suoi ‘Cavalli di Reso’, ovvero dell’antico re della Tracia, che si ispirano agli esemplari punta di diamante della Guerra di Troia.L’uso del colore e i temi, quasi sempre appartenenti ad una dimensione surreale, rendono il suo universo pittorico tra i più personali che sia possibile vedere nei nostri tempi. La sua è una pittura spontanea e fluente che sembra svelarci situazioni senza tempo che hanno a che vedere con la nostra interiorità più ancestrale. Che si tratti di visioni surreali metafisiche o di reminiscenze di una memoria inconscia, non ci sono dubbi, ci troviamo di fronte a visioni oniriche e dimensioni intellettuali.Questi temi erano presenti, nel 2020, nella mostra “Prigionieri del Cosmo”, nell’Atrio del Palazzo del Turismo della Sede Municipale del Comune di Cattolica città con la quale Piovaticci aveva un legame che si è espresso anche con un riconoscimento onorifico all’interno del “Premio Letterario Internazionale Città di Cattolica” per il libro di prosa autobiografica giovanile ‘Infida Banne!’, pubblicato nel 2019. Della produzione poetica da ricordare i volumi “Steli di fumo” del 1985 e “Da quando io mai nacqui” del 1999. Testi che avevano attratto l’interesse dei massimi pensatori italiani. Curatore della prefazione del volume poetico di Piovaticci del 1999 fu Vittorio Vettori, tra gli intellettuali di spicco del dopoguerra, autore e critico letterario, tra i massimi conoscitori del pensiero letterario e filosofico del Novecento. “Ne vien fuori una scrittura tutt’altro che facile, in quanto basata su una sorta di ermetismo esistenziale, che esclude la benché minima concessione alla banalità dell’ovvio e alle compiacenze narcisistiche di una cronaca psicologica di taglio egocentrico – ha scritto Vittorio Vettori nella prefazione del volume Da quando io mai nacqui – ma il fondamento di questo ermetismo, lungi dalle esaurirsi in una forma scontata e rifritta di esibizionismo, è un fondamento copertamente e però essenzialmente e riconoscibilmente nutrito e sostanziato di motivi lato sensu teologici, i quali, a ben guardare, coincidono coi punti d’arrivo della teologia di Paul van Buren, dove la presenza del trascendente emerge e balena col massimo di energia persuasiva ai limiti del linguaggio, in una forzatura estrema dello strumento comunicativo, che è esattamente il contrario di ogni estremismo”.”Lanciai/ l’ossa/ alle onde/ e dagli occhi/ a me/ uscii. – questo il testo del suo componimento In questa notte radiosa – Solo, in questa/ notte/ radiosa/ dilagata dal mio / cranio / riverso.” Della sua ampia produzione letteraria fatta di saggi storici e libri di prosa ricordiamo il prezioso “Sono morto per l’Italia” del 2006 che ha ricevuto gli apprezzamenti del Presidente Giorgio Napolitano. Il volume ricostruisce la storia di Guido Piovaticci, fratello di Paolo, caduto a Rovetta il 28 aprile 1945 a diciassette anni, con altri 42 giovanissimi legionari e amici della Legione Tagliamento della Repubblica Sociale Italiana, fucilato dai partigiani che in cambio della consegna delle armi, da loro effettuata, gli avevano promesso salva la vita. Della Biennale Internazionale del merletto di Sansepolcro da lui organizzata, per la verità sempre assieme alla moglie Maria, autentico “rinascimento del merletto” in Italia e in Europa, diremo che è stata una delle più importanti manifestazioni del settore a livello internazionale, forse la più importante, un sogno che registrò la presenza di artiste provenienti da tutto il mondo e il patrocinio del Senato della Repubblica e dell’Ufficio per l’Italia del Parlamento Europeo. Piovaticci fu in grado di intercettare e condurre a Sansepolcro, spesso e anche nella composizione della giuria del concorso internazionale di merletto, personalità del mondo della cultura come la Professoressa Doretta Davanzo Poli Storica del Costume, già Università Ca’ Foscari di Venezia. “Una persona di grande cultura e senso artistico che ha dato un input al merletto internazionale soprattutto perché con la Biennale – ha detto, di Piovaticci, Maria Fabbri Inama Maestra dell’Associazione Culturale Il Merletto di Cles (TN) – ha affrontato dei grandi temi che hanno fatto crescere e andare avanti il merletto come autentico linguaggio artistico; non più il semplice centrino o complemento per l’arredo della casa”.“La vita ritirata degli ultimi anni non aveva fermato le sue attività creative; dal buon ritiro casalingo, aveva continuato il lavorio del suo pensiero, l’elaborazione, la produzione di preziose deduzioni – ha detto Michele Foni Responsabile della Compagnia Artisti di Sansepolcro – Sono certo che il suo grande potere intellettuale di trattare i temi esistenziali e l’empatia con cui dialogava con la morte e con tutte le inevitabili conseguenze della vita gli possano aver reso più lieve l’andare incontro all’ignoto”; da citare uno dei suoi componimenti più evocativi intitolato Non limitarti alla vita: “Pare non vero/ lo svanire / di persone vive:/ brivido/ dà al pensiero/ poichè te/ in esse vedi./ Uccide, la natura,/ i suoi nati?/ Poi sai ch’è giusta/ la fine/ del corpo,/ per non limitarti/ alla vita.” Al figlio Michele e alla moglie Maria giungano le più sentite condoglianze.

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