” L’angelo della montagna è Charly Gaul, Marco Pantani è il pirata che diceva “vado forte in salita per alleviare l’agonia”, mentre Charly, eroe di altri tempi, diceva che era più forte di lui, il pirata ribatteva il contrario.Loro ai bordi della vita, noi appassionati, di ieri e di oggi, che non si sa cosa daremmo per poter tornare ai bordi della strada ad incitarli.La bellissima amicizia di due generazioni distanti, la grande stima ed il rispetto, che intercorreva tra loro sono come un’armonia che porta Charly a vedere Marco come un figlio, quello che non ha mai avuto.
Erano di un comune sentire senza parlare, di un pedalare soli contro vento e contro tutti, due scalatori puri, leggeri, imprevedibili ed istintivi con, di mezzo, planimetria e destino quasi mai dalla loro.Il lussemburghese ed il romagnolo, e se leggi di Sciarli’ Gol, per i francesi, non puoi non pensare all’altro con l’accento sulla “i” del cognome, Pantanì.Che poi Charly Gaul non correva contro Bobet, Anquetil, Bahamontes ma contro i suoi incubi oppressivi, contro le sue modeste origini, contro una vita senza sorprese, contro sé stesso, alleato solo di due gambe elettriche e di un viso da cherubino che sa come nascondere la fatica. Come l’albatros strappato al mare di Baudelaire, che senza bici non può stare.Esattamente come Marco Pantani, altrettanto due ruote dipendente, in eterna fuga dall’omologazione, che se butta via occhiali e bandana, sai che non ce n’è più per nessuno, ed entrambi erano di poche parole, spesso dure, solo e tanta, l’eloquenza e l’attenzione per la bici, solo per la bici.Qualcuno dice che nessuno è mai andato così forte in salita come Charly Gaul, nessuno fino a Marco Pantani.Due campioni che sono uno, il rosa ed il giallo insieme, senza essersi mai confrontati. Due scalatori, lo stesso fantasma che sfreccia sotto la fiamma rossa a un chilometro dal traguardo che non c’è, perché non è la vittoria, ma il vincere più grande è quello che cercano.Di certo non possiamo fare paragoni, al limite si può cercare come fatto, qualche punto in comune, e forse non importa neanche sapere chi fosse il più forte, importa solo celebrare una grande amicizia, il fatto che sono stati due grandi campioni, due artisti del ciclismo, due veri grimpeur.Questa è una bellissima immagine di loro due assieme nel ’97, con quella bici rossa, un po’ datata, ma che qualcuno magari potrà riconoscere e non vorrei rovinare questo racconto con parole che possono generare tristezza, ma le cito solo per cingere tutto quello scritto sopra.” Caro Marco, adesso te lo posso anche dire, eri più forte di me e questa volta devi crederci” Cit. Charly Gaul, 18 febbraio 2004.