Un giorno da sogno:  sfilata di abiti da sposa alla Scuola di Arti e Mestieri “G.O. Bufalini”

Passerella di  moda ed estetica alla “Bufalini”. Presso la sala del gusto della Scuola di Arti due giorni dopo il compimento del 115esimo anno di attività del centro di formazione le docenti di Acconciatura, Barbara Giannini e di estetica, Valentina Picchi,  nel percorso di IeFp per tecnico del benessere, hanno organizzato, con le studentesse e gli studenti del secondo anno, un sfilata dedicata agli abiti da sposa.

Le classi di tecnico del benessere hanno curato tutto l’evento in autonomia grazie alla supervisione delle loro docenti. L’evento si è concluso con un buffet e il brindisi sono stati curati dalla barlady, Sara Polidori, docente quest’ultima dei percorsi IeFp per tecnico di Sala. “Questa iniziativa apre ad una serie di eventi dedicati a far conoscere le proposte formative della Scuola di Arti e Mestieri che dal 1909 opera con passione e dedizione nel nostro territorio”, ha dichiarato il Presidente della Scuola di Arti e Mestieri, Giovanni Granci, affiancato dal direttore, Marco Menichetti. La prima volta di una sfilata dedicata alla moda e alla bellezza si è svolta in una location unica fra i laboratori dei corsi tradizionali, quello di meccanica e ristorazione, con il candore degli abiti accanto ai colori del ferro e del legno che hanno regalato immagini davvero inedite. “Quando sono andata a scegliere gli abiti da un atelier di Arezzo – ha precisato Barbara Giannini – già immaginavo il contrasto con il rame ed il ferro dei laboratori e quando abbiamo portato le ragazze vestite, acconciate e truccate nei locali della scuola il colpo d’occhio è stato fortissimo e la loro bellezza è stata risaltata ancora di più. Il candore degli abiti a contrasto con attrezzature e laboratori “botteghe” che hanno fatto la storia della scuola ha colorato di magia una giornata davvero indimenticabile per tutti”. La scuola ha pianificato per il 4 dicembre p.v, (orario 14:30 – 16:30) un laboratorio di orientamento alla scelta scolastica dedicato alle famiglie e ai giovani studenti curato dalla Dr.ssa Simonetta Sciarrini di Sviluppo Lavoro Italia e un Open Day il 14 dicembre 2024 che sia la mattina che il pomeriggio permetterà alle famiglie di visitare i nostri oltre 400mq di lavoratori (meccanica, ristorazione e benessere). La formazione professionale può essere una scelta per tutti quegli studenti che vogliono imparare un mestiere, i percorsi IeFp permettono in 4 anni di ottenere un diploma professionale e dal secondo anno di entrare nel mondo del lavoro con un contratto di apprendistato di primo livello.

LA STORIA Il 21 novembre del 1909 una pubblica manifestazione nel Palazzo Municipale sancì la nascita della Scuola Operaia di Città di Castello, a lungo promossa dai migliori intellettuali locali. A quel tempo la maggior parte dei cittadini viveva nelle campagne dove l’attività prevalente era senz’altro l’agricoltura. La crescente necessità di lavoro e di nuove occupazioni spinse molti a cercare lavoro all’estero anche se un certo dinamismo stava nascendo nell’industria meccanica. Piccole botteghe di falegnami, fabbri, decoratori e scalpellini sopravvivevano faticosamente in angusti e poco salubri ambienti insegnando ai garzoni una professionalità ricca di saperi tradizionali, ma ormai insufficiente in un mondo che richiedeva sempre più prodotti nuovi, conoscenze tecnologiche, raffinatezza e precisione di esecuzione. Fu in questo difficile contesto che Giulio Pierangeli, al tempo figura emergente della democrazia tifernate, venne messo a capo della Società Patriottica degli Operai. Ad alimentare concrete speranze nello sviluppo della scuola furono le vicende del marchese tifernate Giovanni Ottavio Bufalini che, deceduto nel 1896, aveva disposto che una parte ingente del suo patrimonio venisse devoluto a favore di “una istituzione di beneficenza” a favore di esercenti arti e mestieri nei comuni di Città di Castello e San Giustino. Fu così che nel 1920 la scuola diventò “Officina”. La Scuola ha attraversato e superato periodi difficili della storia italiana come la Grande guerra, la crisi degli anni 30 e la seconda guerra mondiale anche grazie all’aiuto della cittadinanza e di personalità della società tifernate ed altotiberina. Dal punto di vista della formazione professionale la “Bufalini” divenne il punto di riferimento soprattutto di quei giovani che non potevano, o volevano, proseguire gli studi dopo la scuola elementare e abbisognavano delle competenze per inserirsi presto e bene nel mondo del lavoro. La scuola ebbe il merito di rifornire con continuità un mercato del lavoro in espansione degli operai specializzati richiesti: tornitori, aggiustatori, forgiatori, saldatori, mobilieri, intagliatori, carpentieri e cementisti. La scuola, già in quegli anni, aveva un ruolo fondamentale per la comunità altotiberina dal punto di vista della formazione professionale ma non solo. L’istituto ha avuto l’onore di essere stato protagonista di un rapporto diretto, seppur di breve periodo, col celebre artista tifernate Alberto Burri. La storia narra, infatti, che il maestro realizzò una sua opera nel 1948 nei locali della scuola dato che ne aveva richiesto l’utilizzo per la realizzazione di alcune sue opere. Burri, all’epoca non ancora considerato un artista di livello mondiale, si dilettò a disegnare, sul retro di un registro utilizzato dall’istituto, questa piccola opera che poi decise di regalare alla Scuola come segno di riconoscenza e ringraziamento per l’utilizzo dei locali. Da allora l’opera è rimasta a scuola per diversi anni prima di essere consegnata alla Fondazione Palazzo Albizzini che ancora oggi la custodisce nella “Collezione Burri”.

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