Mezzo secolo di attività del Csi (Centro Sportivo Italiano) a Città di Castello

La gloriosa associazione fondata a livello nazionale nel 1944 sul volontariato, che promuove lo sport come momento di educazione, di crescita, di impegno e di aggregazione sociale, ha lasciato un segno indelebile in città e nel comprensorio attraverso i protagonisti che si sono succeduti alla guida, ultimo in ordine di tempo, Marco Fiorelli. Oggi in comune una sentita cerimonia celebrativa

Mezzo secolo di attività del Csi (Centro Sportivo Italiano) a Città di Castello. La gloriosa associazione senza scopo di lucro, fondata a livello nazionale nel 1944 sul volontariato, che promuove lo sport come momento di educazione, di crescita, di impegno e di aggregazione sociale, ispirandosi alla visione cristiana dell’uomo e della storia nel servizio alle persone e al territorio, ha lasciato un segno indelebile in città e nel comprensorio attraverso i protagonisti che si sono succeduti alla guida, ultimo in ordine di tempo, Marco Fiorelli, attuale presidente. Proprio questa mattina, Fiorelli, nel corso di una breve ma sentita cerimonia in comune alla presenza del sindaco, Luca Secondi, dell’assessore allo Sport, Riccardo Carletti e di coloro che a vari livelli e responsabilità lo hanno accompagnato in 50 anni di attività come associato prima e presidente per un lungo periodo poi, ha tracciato un bilancio finale della propria attività ed annunciato il passaggio di testimone. “Sono emozionato, oggi ricordo i miei 50 anni di attività al  Csi centro zonale Citta’ di Castello, avevo 14 anni quando per la prima volta  varcai la soglia del centro insieme mio zio Mario Malvestiti – ha precisato Fiorelli – allora non c’era tutto quello che c’e’ oggi, ma c’era entusiasmo di incontrare gli amici, giocare insieme e divertirci”. “Con gratitudine e stima ricordo il presidente di allora, Sergio Signorelli, fra i fondatori del Csi che ci guidava con i valori che ci hanno forgiato per la vita.” “E poi ancora Angelo Leandri e Franco Rossi  con i quali ho proseguito il  cammino: ci sentivamo a casa in Via Pomerio S. Girolamo  1. Ancora insieme poi con Don Bruno Bartoccini  nostro consulente ecclesiastico che ci ha concesso una sede presso la parrocchia di San Pio X. Arbitro di serie A di volley, amato dai giovani e seguito in questa attivita’ come il nostro amatissimo  Simone Santi, giornalista, arbitro di pallavolo italiano di serie A considerato uno dei migliori al mondo che ha diretto i più importanti incontri tra i quali  le olimpiadi”. Fiorelli ha poi ricordato gli anni di difficoltà superati grazie alla vicinanza e sostegno del comitato di Gubbio e  all’aiuto di Carlo Pula. “L’attivita’ che ci più ci ha accompagnato in questi anni – ha proseguito Fiorelli –  e stato il mitico torneo di volley femminile, “Francesca Fabbri,” 40 edizioni che hanno fatto conoscere il nostro territorio in tutta Italia. Rallegrava il periodo natalizio di noi operatori e delle nostre famiglie.” “Dopo la scomparsa di Don Bruno  siamo stati seguiti fino ad oggi da Don Paolo Bruschi che  ci accompagna nella vita del CSI. L’attuale sede del Csi zonale e’ presso “ la pista d’atletica”  in concessa dal Comune di Citta’ di Castello – ha concluso Fiorelli – e per questo voglio ringraziare i vescovi e i sindaci che si sono succeduti, gli assessore allo Sport, in particolare, Massimo Massetti e gli attuali Luca Secondi e Riccardo Carletti, il presidente Polisport, Stefano Nardoni, il Presidente della Libertas, Ugo Tanzi, l’allora Presidente del Distretto Scolastico, Luigi Chieli, la professoressa, Daniela Bambini e il “Beata Margherita”, il Presidente Regionale del Csi, Alessandro Rossi e tutti coloro che ci sono stati vicini”. “Grazie a Don Paolo, Corrado, Roberto, Fabio, Massimo, Francesco, Gerardo, Sabrina, Stefano, Rita, Paolo, Enrico e Tiziano”. Al termine del suo intervento il presidente uscente Fiorelli ha comunicato il passaggio al comitato di consegne a comitato di Gubbio del presidente Corrado Angeli. Il sindaco Luca Secondi e l’assessore allo Sport, Riccardo Carletti, nel ringraziare il presidente del Csi, Marco Fiorelli e tutti i rappresentanti del direttivo e attraverso loro tutti coloro che in oltre mezzo secolo si sono succeduti alla guida di una vera e propria istituzione storica dell’associazionismo sportivo e sociale che ha coinvolto intere generazioni attraverso numerose discipline e tornei simbolo come il Francesca Fabbri hanno confermato il sostegno del comune ad ogni iniziativa che coniughi sempre i valori sani dello sport e della vita. Alla presenza dei familiari, la moglie Amedea Parlamenti ed il figlio Stefano, è stata ricordata la figura di Sergio Signorelli che ha ricoperto il ruolo di presidente del CSI dal 1961 al 1980 per poi passare all’Atletica Libertas. In una sua memoria, redatta negli anni ’90 prima di ottenere la Quercia d’oro al merito sportivo da parte del CONI, scrive: “Appena avuto l’incarico di Presidente del CSI ho dato allo sport un’impronta di servizio sociale, cioè sport per tutti. Oltre al calcio, praticato da sempre nelle varie parrocchie della città, ho tentato di inserire altre discipline come pallavolo, tennis tavolo, corsa campestre e pallacanestro. Dopo alcuni anni, non contenti di lavorare solo con le parrocchie, abbiamo allargato l’attività a fabbriche e rioni. Sono nati così: il Palio dei Rioni, il torneo aziendale di calcio, la quadretta di bocce per aziende e, soprattutto, il Trofeo Francesca Fabbri”. Il trofeo Francesca Fabbri, dedicato a una giovane ospite della Muzi Betti (quando ancora accoglieva anche ragazzi e ragazze) morta prematuramente, è una creazione di Sergio Signorelli, poi portata avanti dai consigli successivi. L’espressione “Sport come servizio sociale” ha contraddistinto tutti i 19 anni di presidenza di Sergio Signorelli, periodo nel quale fu importante la collaborazione con i vertici della chiesa tifernate ed altre associazioni laicali e non, che hanno sempre visto in lui una figura di riferimento, pacata ma decisa nel portare avanti le sue idee per lo sviluppo fisico e psichico dei giovani del tempo.”

LA SCHEDA (DAL SITO UFFICIALE DEL CSI)

Il Centro Sportivo Italiano è un’associazione senza scopo di lucro, fondata sul volontariato, che promuove lo sport come momento di educazione, di crescita, di impegno e di aggregazione sociale, ispirandosi alla visione cristiana dell’uomo e della storia nel servizio alle persone e al territorio. Tra le più antiche associazione di promozione sportiva del nostro Paese, il CSI risponde ad una domanda di sport non solo numerica ma qualificata sul piano culturale, umano e sociale. Da sempre i giovani costituiscono il suo principale punto di riferimento, anche se le attività sportive promosse sono rivolte ad ogni fascia di età. Educare attraverso lo sport è la mission del Centro Sportivo Italiano. Questo è ormai consolidato nella prassi e nella coscienza dell’associazione a tutti i livelli. Lo sport inteso dal CSI può anche essere uno strumento di prevenzione verso alcune particolari patologie sociali quali la solitudine, le paure, i timori, i dubbi, le devianze dei più giovani. Un’attività sportiva organizzata, continuativa, seria, promossa da educatori, allenatori, arbitri, dirigenti consapevoli del proprio “mandato” educativo, infatti, aiuta i giovani ad andare oltre, ad abbandonare gli egoismi e ad affrontare la strada della condivisione, della sperimentazione del limite, della conoscenza di sé. Proprio per questo, il CSI prevede un’articolazione della proposta sportiva nel rispetto delle età e dei bisogni di ciascun atleta, permettendogli in tal modo di scoprire il meglio di sé. Nel 2024 ricorrerà l’ottantesimo anniversario dalla fondazione, che risale al 1944, su iniziativa della Gioventù Italiana di Azione Cattolica. Idealmente si voleva proseguire l’esperienza della FASCI (Federazione delle Associazioni Sportive Cattoliche Italiane), creata nel 1906 dall’Azione Cattolica Italiana e sciolta nel 1927 dal regime fascista. Oltre un secolo di storia, durante il quale la pratica sportiva si è trasformata da fenomeno di èlite a fenomeno di massa. In tutti questi anni un impegno costante, una ragione di fondo semplice quanto delicatamente gravosa: sostenere uno sport che vada incontro all’uomo.

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