Oggi Firenze è stata omaggiata dalla visita dell’erede di casa Savoia, il principe Emanuele Filiberto. Accolto, come ci riferiscono le agenzie del Regno, dal popolo festante nel quartiere di San Lorenzo dove ha sede l’omonimo mercato inaugurato dal re Vittorio Emanuele II nel 1874, dai commercianti del rione e dai musici del Liceo Artistico di Porta Romana (sfilanti in abiti d’epoca per l’occasione).
Consegnato un riconoscimento al principe in ricordo del bene che il suo avo fece alla città di Firenze, Emanuele Filiberto, noto amante ed estimatore della città gigliata, ha dato sfoggio della sua conoscenza dell’urbe che nel 2003 scelse come prima tappa del suo viaggio di nozze: “È sempre un piacere tornare a Firenze e al mercato centrale, il mercato dei fiorentini. Mi piace stare tra la gente, passeggiare tra i banchi che sono veri pezzi di storia, testimonianze delle tradizioni più autentiche. Ma anche toccare con mano i prodotti, le materie prime e sentire il loro calore. Nei mercati si respira tanta umanità e sono il cuore pulsante delle città. Firenze? Una città meravigliosa, i fiorentini sono fortunati”.
Replica immediata del presidente del Consorzio dello Storico Mercato: “Oggi, come allora, il nostro mercato continua a difendere la tradizione (ndr – monarchica?) che è nel nostro dna e l’identità di una città che è tra le più invidiate al mondo”. Questa non è la cronaca di un film fantasy, ma quello che è avvenuto oggi tra le stradine del quartiere di San Lorenzo dove, a dispetto di quanto sfoggiato dal principe e da chi lo ha accolto, non violentiamo la realtà se ricordiamo che San Lorenzo ERA (e non è) il mercato dei fiorentini, ormai adusi a supermarket di varie catene. Il “touch and warm” – così si dice oggi e non “tocco e calore” – è essenzialmente ad opera di persone che vengono da ogni parte del mondo, e molto poco dei fiorentini che, in zona e non solo, ad abitarvi sono pochi, ma proprio molto pochi. Grazie Comune di piazza Signoria! Inoltre, non solo l’Italia è repubblicana ed ha abolito i titoli nobiliari (anche e soprattutto del re che vendette il Paese al fascismo e che non fece di meglio che scappare regalando il Paese ai nazisti), ma lo è soprattutto grazie ai voti di città come Firenze, dove il 67,6% votò per la repubblica, rispetto ad un voto nazionale che fu del 54,27%.
Firenze, questa fiction non se la merita. François-Marie Arouet, irriverente c