Anche in Toscana le nostre acque contengono quantità pericolose di PFAS…

Ovviamente – e meno male – non siamo al livello di inquinamento spaventoso degli scarichi in Bormida degli anni ‘90 del secolo scorso, causati dalle attività industriali della Solvay e Miteni (soprattutto, ma non solo, nei sobborghi di Spinetta Marengo) contro i quali si è generosamente battuto il giornalista Lino Balza ed il glorioso “Movimento di lotta per la salute Giulio A. Maccararo”, con esposti a raffica e processi negli anni 2021-2023-2024 ecc

Ma pure nella (ex) “Toscana Felix” non navighiamo in acque “tranquille”: perciò ricordiamo al nostro Governatore Eugenio Giani che – magari tra un rinfresco a l’altro a base delle sue amate tartine e crostini, alle quali non rinuncia mai – insiste la pericolosa presenza nei corpi idrici regionali dei PFAS (sostanze perfluoroalchiliche), noti anche come “sostanze chimiche per sempre.” A tal proposito, il recente appello di 46 ONG, tra cui ISDE Italia e 40 scienziati alla Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen (simpaticamente soprannominata “Von der Bomben”, per la sua fascinazione per le bombe ed i missili coi quali magnifica il prosieguo senza fine della guerra russo-ucraina) sottolinea l’importanza di adottare restrizioni per la produzione e l’uso  di dette sostanze: infatti, le caratteristiche persistenti e tossiche dei PFAS rappresentano un grave rischio per la salute umana e l’ambiente, rendendo necessaria una regolamentazione completa a livello dell’UE. La proposta di restrizione, elaborata da cinque Stati europei, include disposizioni transitorie (abbastanza…) ragionevoli per le applicazioni in cui non sono ancora disponibili soluzioni alternative, come nel settore medico e nelle tecnologie per la transizione energetica. Questo dimostra almeno che la proposta è sia ambiziosa che praticabile. Alcuni gruppi di interesse e lobbies hanno chiesto – accecati come sempre dai mostruosi profitti che ne derivano – di escludere i fluoropolimeri dalla restrizione, ma gli esperti firmatari della lettera sostengono che i rischi – solo potenzialmente bassi durante l’utilizzo – non giustificano l’esenzione, considerando i rischi durante la produzione ed il successivo smaltimento. In sintesi, la lettera chiede alla Commissione europea di sostenere una valutazione continua e approfondita della proposta di restrizione universale dei PFAS, al fine di ottenere una significativa e tempestiva riduzione delle emissioni di queste sostanze chimiche assai dannose per l’ambiente e la salute umana ed animale.

Fausto Tenti, Costituente comunista, Sez. prov. Arezzo.

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