SANSEPOLCRO – CIAO GIO – Sarà forse perché le scomparse improvvise, quelle assolutamente inaspettate, lasciano davvero senza parole, senza nemmeno avere un momento per prepararsi al peggio, ma mi colpisce particolarmente la scomparsa di Giovanni Pietro Bini. Instancabile creativo, orafo e docente di oreficeria nel locale Istituto Statale d’Arte Giovagnoli in tempi in cui, non avendo ancora attecchito la stupidità della licealizzazione, nell’istituto si creava e si lavorava, tante ore, con le mani su un patrimonio di banchi da orafo senza pari.
Con l’associazione “Gioielli della Valtiberina”, negli anni ’80, fu organizzatore e Presidente della Biennale d’arte orafa che attirò in una Sansepolcro particolarmente vitale, l’attenzione nazionale dei professionisti del settore. La Biennale del Merletto, quella organizzata dal Centro Culturale presieduto dal Cav. Paolo Piovaticci, si svolgeva negli anni dispari e quella Orafa in quelli pari. Proveniente da Cospaia (San Giustino PG), origine di cui andava particolarmente orgoglioso, tanto da aggiungerla in calce ad alcune delle sue creazioni accanto al suo nome. Da ricordare importanti omaggi che fece ad autori di tutti i tempi; basterebbe ricordare l’omaggio a Gastone Lanfredini con una serie di gioielli che in maniera varia e anche attraverso coloratissimi smalti finivano per ricordare le opere più geometriche del pittore del ‘900. La stessa operazione la fece con “I Gioielli di Piero della Francesca”, interpretando le opere del maestro del Rinascimento. Suoi poi i volumi “Sansepolcro, immagini di un secolo” e “Borgo inedito” che erano perite e ricche raccolte di immagini, descriventi il nostro territorio, di cui era solo in parte autore. Il grande merito in queste raccolte fu, infatti, soprattutto l’avere collezionato il meglio delle fotografie, delle grafiche e dei dipinti fatti per documentare il centro storico e il territorio in genere. Da ricordare anche una sua corposa collezione di cartoline dipinte a mano. Bini chiedeva a tutti i pittori e disegnatori con cui aveva rapporti e contatti di disegnare o dipingere almeno una cartolina di cui forniva il format e, alla fine, furono in tanti a realizzare per lui varie cartoline lusingati dall’appartenere alla raccolta. Tra quelle da lui medesimo realizzate a mano ricordo quelle realizzate con le terre provenienti dagli stessi paesi italiani o stranieri rappresentati, che venivano incollate direttamente, su cartoncino, con colle viniliche. In effetti era attratto dalla cartolina in genere e fu autore di diverse serie descriventi Sansepolcro sia con su fotografie che con foto di altri; ricordo per esempio quelle realizzate con gli scatti di Mauro Marrani. Dopo la chiusura della sua oreficeria, in area San Paolo a Sansepolcro, aveva finito per dedicarsi alla creatività intesa come forma pittorica in forma di quadro. Del 2015 la mostra “I cretti della terra”, nella Sala esposizioni comunale di Palazzo Pretorio, in cui realizzò la sua più coraggiosa visione, in chiave moderna e con l’utilizzo di tecniche miste, dell’elemento terra; da un lato si intuiva la grande lezione di Alberto Burri e dall’altro si poteva percepire la grinta di una mano matura che con la materia ci aveva sempre lavorato e che ci restituiva i suoi saperi (realizzai il ritratto fotografico, che allego al presente post, proprio nel corso di quella mostra). Una sua opera è, fin dalla sua prima tappa, nella Collettiva della Compagnia Artisti, con la collaborazione della Pro Loco di Chiusi della Verna (Ar), “La sacralità della natura, il cantico delle creature e la nascita di una moderna cultura ecologista” che come sua prima tappa rimase nella Podesteria di Chiusi della Verna fino al 18 Agosto 2019. La mostra, accompagnata dalle parole di Olinto Gherardi sui quattro elementi, ha realizzate varie tappe ed è stata esposta, tra l’altro, anche a Umbertide ed è, al momento, archiviata in attesa di essere ancora esposta. Negli ultimi anni aveva diradato il suo impegno pubblico preferendo una vita più ritirata ma non si sottraeva a commissioni e lavori anche per trofei importanti; suoi per esempio i trofei, rappresentanti lo skyline di Sansepolcro, conferiti ai Soci Onorari della Compagnia di teatro Popolare di Sansepolcro. Ci sarebbe piaciuto vederlo ancora, passeggiare per il Borgo o visitare qualche esposizione artistica, accanto alla amata moglie Loriana dalla quale era inseparabile ma purtroppo non è stato cosi. A lei e alle figlie Roberta e Lucia giungano, anche attraverso questo canale, le mie più sentite condoglianze. Alle ore 14,30 di oggi, giovedì 9 gennaio 2025, la cerimonia funebre nella Chiesa del Sacro Cuore della quale ormai da molti anni era parrocchiano.
Michele Foni