Solidarietà unanime in consiglio comunale per i 40 lavoratori della Sagemcom Italia di Città di Castello

Solidarietà unanime in consiglio comunale per i 40 lavoratori della Sagemcom Italia S.r.l. di Città di Castello, ai quali la proprietà dell’azienda ha comunicato l’intenzione di procedere al licenziamento collettivo. In apertura dei lavori il sindaco Luca Secondi ha riferito all’assemblea di aver espresso ai lavoratori la vicinanza della giunta e del consiglio comunale nell’incontro di sabato mattina alla presenza delle rappresentanze sindacali coinvolte nella vertenza.

“Come amministrazione stiamo seguendo la vicenda con la massima attenzione per dare l’indispensabile supporto istituzionale alle maestranze di fronte a una situazione che tocca profondamente la comunità tifernate”, ha detto il primo cittadino, evidenziando di “aver coinvolto in maniera trasversale tutti e quattro i parlamentari che rappresentano il territorio, informandoli e mettendoli in contatto con le rappresentanze sindacali, e di aver contattato anche l’assessore regionale allo Sviluppo Economico e alle Politiche del Lavoro Francesco De Rebotti, che ha manifestato piena disponibilità a portare la vertenza sul tavolo regionale”. “Saremo al fianco dei lavoratori e in linea con la strategia che metterà in campo il sindacato”, ha chiarito Secondi. La consigliera Luciana Bassini (Gruppo Misto-Azione) ha preso la parola per esprimere la propria “solidarietà ai lavoratori di questa impresa, che anche con il nome Sacofgas è stata una delle prime realtà industriali del territorio fin dal 1970”. “Siamo tutti in ansia per il destino dei lavoratori coinvolti”, ha sottolineato la rappresentante della minoranza, segnalando “la preoccupazione per il fatto che i capannoni dell’azienda siano già stati messi in vendita”. “Chiedo al sindaco di comprendere se ci sono degli spiragli per una ulteriore riflessione da parte della proprietà che possa evitare il licenziamento in massa di 40 persone”. Nell’unirsi alla vicinanza ai lavoratori, la consigliera Emanuela Arcaleni (Castello Cambia) ha osservato: “mi risulta che i capannoni siano stati messi in vendita a novembre, quindi arriviamo abbastanza tardi sulla vicenda”. Anche la rappresentante della minoranza ha quindi chiesto conto al sindaco di “eventuali spiragli per poter incidere su una vicenda giunta così avanti da far temere il peggio” e ha domandato “se il livello industriale del territorio sia al corrente della situazione nell’ottica di poter creare le condizioni per una ricollocazione dei lavoratori”. A nome del Partito Democratico, è stato il capogruppo Gionata Gatticchi a esprimere solidarietà ai lavoratori della Sagemcom, plaudendo all’iniziativa del sindaco Secondi di “tessere la rete con i rappresentanti regionali e nazionali affinché le istituzioni possano svolgere il loro ruolo nella vertenza, come già avvenuto con la vicenda Fisadorelli proprio all’inizio della consiliatura”. “All’epoca la politica mise il proprio impegno in maniera trasversale per accompagnare le famiglie coinvolte dal dramma della perdita del posto di lavoro in un’altra unità produttiva storica del territorio”, ha ricordato Gatticchi, assicurando che “il gruppo di maggioranza consiliare sarà al fianco dell’amministrazione comunale, al servizio dell’attività che è stata messa in campo e verrà messa in campo nei prossimi giorni, cercando sempre, in ogni caso, di dimostrare la vicinanza ai lavoratori”. “L’appello a tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale è di fare il possibile per sostenere in maniera trasversale, con tutte le azioni necessarie, le maestranze coinvolte nella vertenza”, ha concluso Gatticchi, al quale si è associata anche la consigliera Maria Grazia Giorgi. Il capogruppo della Lega Valerio Mancini si è unito ai colleghi nel portare pieno sostegno ai lavoratori interessati dalla vicenda. “Ci troviamo in un contesto delicato della vertenza e magari certe informazioni non si possono dare, ma vorremmo capire come sono impiegati questi 40 lavoratori e se ci siano o meno prospettive di uno scivolo pensionistico che possano attutire gli effetti della crisi”, ha detto il rappresentante della minoranza. “Siamo preoccupati per un eventuale meccanismo a cascata che potrebbe interessare anche altre situazioni produttive del nostro territorio”, ha fatto presente Mancini, richiamando “la crisi del settore automotive, molto presente nel comprensorio, che paga le scelte dell’Unione Europea”. Riferendo di aver partecipato all’incontro di sabato in Comune, il consigliere Luigi Gennari (PSI), ha offerto “il massimo sostegno ai lavoratori e alle rispettive famiglie, segnalando l’importanza che le istituzioni sappiano svolgere il proprio ruolo a garanzia del loro futuro”. Solidarietà anche da parte del consigliere Andrea Lignani Marchesani (Castello Civica), che ha espresso pessimismo sulle possibilità di un ripensamento da parte della proprietà della Sagemcom. “Bisogna interrogarsi su cosa possano fare le amministrazioni comunali come la nostra per difendere la competitività del territorio e capire quali possano essere il destino dell’offerta produttiva della vallata, temi di fronte ai quali – ha sostenuto Lignani Marchesani – appaiono davvero immotivate le fobie sulle infrastrutture che emergono dai soliti comitati”. In sede di replica, il sindaco Secondi ha precisato che “la vertenza avrà uno snodo fondamentale nell’incontro che i sindacati avranno con la parte datoriale il 17 gennaio”. “Ci muoveremo in base a quelle che emergerà dal confronto e metteremo a punto la strategia istituzionale migliore per supportare i lavoratori – ha chiarito il primo cittadino – in un contesto nel quale non possiamo che cercare di difendere, in prima battuta, il mantenimento della produzione nel nostro territorio”. Secondi ha puntualizzato che l’amministrazione comunale è venuta a conoscenza della vicenda la sera stessa del giorno della comunicazione da parte della proprietà dell’intenzione di licenziare i lavoratori, lo scorso 8 gennaio. “E’ evidente che ci potesse essere una strategia della parte datoriale se il capannone già a novembre era in vendita, ma è anche vero che la stessa proprietà tra novembre e dicembre aveva proposto ai dipendenti addirittura una redistribuzione di premi pluriennale, quindi senza adombrare certamente alcun problema”, ha detto Secondi, che poi ha precisato: “la Sacofgas esiste tuttora, però ovviamente è un ramo di azienda che lavora sui contatori di carattere industriale, quindi un settore più di nicchia, mentre quest’altra azienda lavora per i contatori a carattere domestico”. “La crisi produttiva, per quel che sappiamo – ha fatto presente Secondi – nasce da una commessa di lavoro che non esiste più da parte di Italgas dietro il venire meno di un adempimento normativo che in passato prescriveva l’ammodernamento delle utenze domestiche: sfumata questa previsione legislativa, di fatto ora il mercato interno non offre più una richiesta di contatori”.

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