Il comitato “Emergenza lupo – Arezzo” querela il Consigliere Comunale Vittorio Giorgetti

Il 20 febbraio scorso, nell’aula del Consiglio Comunale di Arezzo, in diretta streaming ed alla presenza di cittadini e persino di una comitiva di bambini intenti a comprendere il funzionamento delle istituzioni, si è consumato uno spettacolo che mortifica il senso stesso della democrazia e del servizio pubblico. Protagonisti di questo siparietto sono stati il Consigliere Comunale Vittorio Giorgetti e l’Assessore Giovanna Carlettini.

Da cittadini onesti e fautori della democrazia partecipata, non possiamo che esprimere il nostro sdegno. Quello a cui abbiamo assistito non è stato solo un momento di tristezza istituzionale. È stato un insulto, a noi rivolto. Un’offesa alla partecipazione civica, un tradimento dei principi fondanti della nostra Repubblica. Le dichiarazioni offensive rivolte al Comitato “Emergenza Lupo – Arezzo” dal Consigliere Giorgetti saranno oggetto di azioni egali, sia in sede penale che civile. Il nostro legale ha già ricevuto incarico di procedere, per nostro conto, con la presentazione di una querela nei suoi confronti.
Consiglio Comunale

Pertanto, non entreremo nel merito di questioni che saranno esaminate in altra sede,
limitandoci qui a rispondere esclusivamente alle affermazioni dell’Assessore, anche
perché sono queste a destare la più profonda preoccupazione:
“Quello che però io non condivido assolutamente è questo clima di allarme e
di paura, che qualcuno vuole diffondere tra la popolazione e l’uso poi della
parola ‘emergenza’.”
Queste affermazioni, oltre a risultare irricevibili, costituiscono un attacco alla funzione
stessa del cittadino nella vita democratica. I privati, non solo hanno il diritto, ma anche il
dovere morale di sollecitare soluzioni ed evidenziare emergenze che riguardano la
collettività.
La legittimità di questa azione poggia su basi solide e inalienabili, perché le moderne
democrazie si fondano sulla partecipazione attiva dei cittadini alla vita pubblica.
L’articolo 21 della Costituzione italiana sancisce il principio fondamentale della libertà di
espressione, stabilendo che: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio
pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
Alla luce di questo, l’Assessore Carlettini può contestarci i contenuti, ma non il diritto di
esporli.
La vigilanza dei cittadini rappresenta un contrappeso indispensabile al potere pubblico,
promuovendo trasparenza e prevenendo abusi o negligenze.
Sollecitare soluzioni non è una concessione, ma un principio fondante della
democrazia!
Preme anche sottolineare che le emergenze che colpiscono una parte della comunità si
riflettono sull’intero tessuto sociale. Ignorarle, banalizzarle o anche solo minimizzarle
significa condannare la collettività a un progressivo degrado e all’inevitabile sfiducia nelle
istituzioni.
All’Assessore Carlettini sembra non piacere il termine “emergenza”. Forse ignora che la
parola deriva dal latino emergere, ossia “venire fuori”, “uscire”, “spuntare”, “sollevarsi”. Ed
è esattamente ciò che stiamo facendo: facciamo emergere un problema che riguarda una
parte della popolazione di Arezzo e, di conseguenza, l’intera comunità.
Non si può liquidare la legittima preoccupazione dei cittadini come una fastidiosa forma di
allarmismo. Un amministratore che nega l’evidenza di un problema, che si infastidisce
dinanzi alla parola “emergenza”, dimostra solo un’inaccettabile indifferenza verso il proprio
dovere istituzionale.
L’Assessore Carlettini continua sostenendo una puntualizzazione intollerabile:
“Noi sappiamo che nel territorio comunale, fino ad oggi, non ci sono mai stati
attacchi di lupi all’uomo, soltanto uno, forse, a livello nazionale, ma comunque
da chiarire.”
Non sappiamo da quali fonti l’Assessore ricavi le sue informazioni, ma sgomenta un tale
livello di mancanza di conoscenza dell’argomento.

Se l’Assessore Carlettini fosse venuta al convegno che abbiamo organizzato a gennaio, al
quale era stata personalmente invitata, avrebbe potuto conoscere il padre di Rebecca
Natale, la bambina predata da un lupo nella spiaggia di Vasto nel maggio del 2023,
un’aggressione avvenuta di fronte a molte persone, con il DNA prelevato dalle ferite e che
ha dimostrato (rilevazione ISPRA) che il predatore era un lupo femmina puro al 100%, lo
stesso animale che subito dopo ha aggredito un altro bambino.
Nei giorni successivi i lupi hanno compiuto nella zona 13 attacchi, portando al pronto
soccorso 11 persone.
Se fosse venuta avrebbe saputo che nel settembre del 2024 un bambino è stato aggredito
a Roma in un parco pubblico della capitale, è stato salvato dall’intervento di 8 persone.
Ma sono ormai decine le aggressioni rilevate in tutta Italia negli ultimi 2 anni, una delle
quali anche ai danni di un ciclista, sopra Cortona.
Il Consigliere Giorgetti ha depositato il suo intervento il 30 di gennaio, l’Assessore avrebbe
avuto tutto il tempo per fare i “compiti a casa”, è davvero un peccato sentir dire certe cose.
In una seduta del Consiglio Comunale, ci hanno accusato di voler tornare ad “uccidere il
lupo”, un’accusa non suffragata da prove, perché noi abbiamo sempre chiesto che le
ISTITUZIONI provvedessero al contenimento della specie e non che si aprisse la “caccia
al lupo”, è vero l’esatto contrario!
Ed è talmente vero, che se l’Assessore fosse venuta al nostro ultimo convegno, avrebbe
sentito uno dei relatori sostenere espressamente che il mondo venatorio non dovrebbe
essere coinvolto in nessun modo sulla questione lupo, neanche per i censimenti.
I problemi connessi alla sovrappopolazione di lupi sono causati dalle ISTITUZIONI e dalla
DISINFORMAZIONE ANIMALISTA, non compete ai cittadini di risolvere la questione,
neanche ai cacciatori, anche perché non sarebbero in grado di gestire gli eventuali
abbattimenti, con tutti i rischi connessi.
Noi non abbiamo il tempo, la responsabilità e la voglia di prendere parte
all’uccisione neanche di un solo esemplare di lupo, in due anni di attività l’abbiamo
sempre sostenuto, anche nei comunicati inviati a più riprese al Comune di Arezzo
ed alla sua Giunta.
Il Comune, per mezzo dell’Assessore Carlettini, ha tenuto a precisare che non ha
competenze dirette nella gestione della fauna selvatica. Questa affermazione, pur
essendo l’unico elemento indiscutibilmente veritiero del suo intervento, non esaurisce le
responsabilità che l’amministrazione comunale detiene sulle problematiche connesse alla
presenza dei lupi sul territorio.
La predazione da parte dei lupi sugli animali domestici e d’affezione sta portando alla
scomparsa delle colonie feline, oltre a causare incidenti stradali e a rappresentare un
potenziale vettore di patologie che possono colpire anche i cani di proprietà. I cittadini
investono risorse economiche per prevenire il contagio e tutelare i propri animali, mentre,
paradossalmente, i “lupi randagi” si muovono liberamente nei centri abitati senza alcun
controllo sanitario, favorendo la diffusione di malattie per le quali non ricevono alcun
trattamento.

Non è raro vedere immagini e video di lupi affetti da rogna, un segnale evidente di
degrado sanitario e ambientale.
Il Comune, e in particolare chi ha il compito di tutelare il benessere animale, dovrebbe
intervenire chiedendo alla Regione misure concrete per garantire la sicurezza delle
persone, degli animali d’affezione e delle imprese locali.
“Io spero che in un nuovo censimento, in un nuovo censimento in grado di
restituire la situazione attuale e la messa in atto anche di situazioni, che siano
in grado di garantire sia la tutela della specie, sia la convivenza nel territorio.”
Richiedere un censimento in una situazione di degrado come quella attuale equivale a
proporre il mero conteggio dei criminali per contrastare la criminalità: un’operazione fine a
sé stessa, se non accompagnata da interventi efficaci.
“E quindi io spero che si mettano in atto ogni misura, ma da parte di esperti
del settore, non da persone che parlano così tanto per parlare, perché questo è
un fenomeno delicato, è un fenomeno complesso.”
Affidare la gestione di questa emergenza esclusivamente agli “esperti del settore” non è
una garanzia di soluzione, considerando che proprio questi esperti hanno contribuito alla
creazione del problema e continuano a ostacolarne la gestione.
L’idea che l’attuale status quo non possa essere messo in discussione contraddice i
principi del metodo scientifico e del processo democratico.
A conferma di ciò, in ambito europeo si sta procedendo alla revisione dello status di
protezione del lupo, e l’IUCN ha recentemente inserito questa specie nella “Red List” nella
categoria di “rischio minimo”, equiparandone la vulnerabilità a quella del ratto grigio e del
cinghiale.
Il Prefetto di Arezzo ci ha convocato ad un tavolo permanente per affrontare le
problematiche connesse alla presenza dei lupi, in questi due anni di attività siamo stati
ricevuti al Ministero dell’Agricoltura, abbiamo rapporti con parlamentari ed
europarlamentari, siamo stati ricevuti in Regione Toscana e i nostri convegni registrano
un’ampia partecipazione. È evidente, dunque, che non siamo noi a “parlare tanto per
parlare”.

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